Sono complessivamente 169 le unità produttive in Lombardia che hanno avviato, dall’inizio del 2019, una procedura di licenziamento collettivo previsto per 2.823 lavoratori. Mentre sono 46 quelle che hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS). È quanto emerge dal report realizzato nei giorni scorsi da PoliS-Lombardia.
In particolare, sul fronte licenziamenti, risulta che il numero di aziende, 169, è rimasto invariato rispetto al terzo quadrimestre del 2018, mentre si registra un calo dei lavoratori coinvolti, passati da 3.559 a 2.823. Un numero comunque superiore al periodo gennaio-aprile 2018, quando, a fronte di 219 imprese coinvolte, il numero dei dipendenti interessati era 1.994.
Complessivamente, nel 2018 le procedure di licenziamento collettivo sono state 466, di cui 388 regionali (con 101 esami congiunti) e 78 ministeriali.
Discorso diverso per la CIGS, che per numero di aziende, 46, non registra una sostanziale modifica (erano 43 nel terzo quadrimestre del 2018 e 46 tra gennaio e aprile dell’anno scorso), ma cresce il numero dei lavoratori: 1.663 nel primo terzo 2018, 2.413 tra settembre e dicembre, fino a 2.753 da gennaio ad aprile 2019.
“La ragione – spiega Fulvio Matone, direttore generale di PoliS-Lombardia – è da ricercare in alcune variazioni normative introdotte nel 2018, che hanno determinato la possibilità di proroga della CIGS per tutte le aziende oltre il termine massimo previsto in precedenza e introdotto l’estensione della cassa anche per le attività produttive che hanno deciso di cessare l’attività. Questo – prosegue Matone – ha determinato un sensibile aumento del numero, che crescerà anche nei prossimi mesi, delle procedure che prevedono un accordo sindacale presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”.
Nel corso del 2018, le procedure di CIGS sono state 82, di cui 51 regionali (49 esami congiunti) e 31 ministeriali.
Rispetto alle 46 unità produttive che hanno avviato la cassa, è Milano, con 10 (nel primo quadrimestre del 2018 erano 19) e 917 lavoratori, a guidare la classifica. Seguita da Como con 7 aziende (era solo 1) e 504 dipendenti, da Bergamo (349), Brescia (303) e Varese (135) con 6 (nello stesso periodo dell’anno scorso erano rispettivamente 1, 4 e 6), Mantova (242 lavoratori) con 5 (era 1), Monza e Brianza (245 dipendenti) con 4 (erano 3), per finire con Lecco (57) e Lodi (1) con 1 azienda (come nel 2018).
Rispetto al terzo quadrimestre 2018, si registra un’inversione di tendenza dell’area produttiva di Monza e Brianza, dove i lavoratori destinati alla cassa erano 1.113, seguiti da Como con 607, Varese con 244 e Milano con 242. Poi Lodi (92) e Brescia (75). I dati sono comunque molto dinamici e possono cambiare da un giorno all’altro, spostando sensibilmente i risultati relativi a ciascun territorio.