Economia: AL PREMIO AGNES FOCUS SULL’IMPRESA FAMILIARE

La passione innanzitutto e la capacità di guardare oltre come requisiti essenziali, ma anche l’attaccamento al territorio, l’equilibrio tra la dimensione familiare e quella aziendale, accanto alla capacità di affrontare criticità come il costo del lavoro e la tassazione: sono alcuni dei temi emersi alla Tavola Rotonda dal titolo “L’impresa di famiglia: forza trainante e orgoglio del nostro Paese” che oggi pomeriggio ha aperto ufficialmente l’XI edizione del “Premio Biagio Agnes” – Premio Internazionale dell’Informazione, in programma a Sorrento fino al 23 giugno. L’incontro, moderato dalla giornalista di Sky Tg24 Giovanna Pancheri, si è svolto al Comune di Sorrento, alla presenza del sindaco Giuseppe Cuomo, e ha visto protagonisti i rappresentanti di alcune delle eccellenze industriali italiane, Francesco Elica (Presidente Elica), Marco Lavazza (vice presidente Gruppo Lavazza Spa), Benedetto Cavalieri (presidente Antico Pastificio Cavalieri), Matteo Zoppas (presidente Confindustria Veneto), Fabio Corsico (Luiss Business School). Un dibattito vivace e attuale, alla luce del peso delle aziende familiari nell’economia nazionale: imprese che producono valore e costituiscono la spina dorsale del tessuto industriale italiano, in grado di occupare con le loro attività il 70% della forza lavoro in Italia.

 

“Dal 2008 la crisi ha ridotto la capacità di marginalità e quindi ha causato un minore investimento nel rinnovamento dei prodotti”, ha spiegato Zoppas, “bisogna dare possibilità agli imprenditori di essere creativi, di rinnovarsi. Ricerca e sviluppo, comunicazione sono le voci che per esempio sono state tagliate per via della tassazione che mangia ogni margine. In un’impresa familiare scegliere il manager giusto è fondamentale, perché le persone fanno la differenza. Ma delegare è importantissimo per avere successo e crescere”. Non è fondamentale il luogo in cui si fa nascere una azienda per Cavalieri, la cui attività si svolge in Puglia: “bisogna affrontare il problema del finanziamento dell’impresa e del ruolo che hanno le banche”, ha affermato, sottolineando anche l’importanza “del divertimento e della famiglia, grazie alla quale si trasmette di generazione in generazione la carica di entusiasmo”. Secondo Casoli le imprese familiari “hanno un gene in più per sopportare la crisi, grazie alla passione. Ma è fondamentale trovare un equilibrio tra azienda e famiglia, e soprattutto capire che quando una realtà cresce ha bisogno di manager eccellenti, anche al di fuori dell’ambiente familiare. Aprirsi alla borsa e ai capitali esterni è essenziale per crescere”.

 

“La volontà di tramandare qualcosa di padre in figlio, di trasmettere i valori, di rimanere legati al territorio, avendo pazienza di sapere progredire ed evolversi insieme al tempo”: sono i segreti del successo per Lavazza, che ha raccontato come nella sua azienda si sia creata “una famiglia allargata grazie al rapporto con i dipendenti. Anche il fondatore, il mio bisnonno luigi, mescolava la sua famiglia con quella dei suoi dipendenti. Così si dà un senso di appartenenza a chi lavora per noi. Ma la nostra generazione ha fatto un passo indietro: abbiamo investito e innovato al nostro interno aprendo il cda e facendo entrare altri manager e imprenditori”. “Tutte le imprese nascono come familiari, da un fondatore che ha un’idea. Trovare collaboratori validi serve, ma bisogna mantenere lo spirito imprenditoriale”, ha ribadito Corsico, “le famiglie che lavorano seriamente trovano collaboratori validi, ma il coraggio di rischiare resta dell’imprenditore. Ecco perché l’elemento umano è fondamentale nelle imprese familiari”.