IN 10 ANNI EXPORT +117% PER L’INDUSTRIA FARMACEUTICA

ROMA (ITALPRESS) – Tra il 2008 e il 2018 l’industria farmaceutica ha incrementato la produzione del 22% (rispetto a una riduzione del 14% della media manifatturiera).

Negli ultimi 10 anni l’Italia ha aumentato l’export più della media Ue (+117% rispetto a +81%). Questi i dati emersi dall’assemblea pubblica di Farmindustria a Roma, nel corso della quale si è discusso delle linee programmatiche che guardano al 2025. Secondo il presidente Massimo Scaccabarozzi, almeno due direttrici sono evidenti per il futuro: le terapie personalizzate e l’export dei farmaci italiani.

“Le nuove terapie non stravolgeranno solo le cure, ma anche i comportamenti e le abitudini delle persone e delle comunità. Le spese per la salute sono un investimento, che fa bene alle persone e al Paese”, ha sottolineato nel corso della sua relazione, affrontando il delicato tema della sostenibilità del servizio sanitario nazionale e suggerendo che “l’innovazione” sia “spesa sostitutiva e non aggiuntiva”. Giulia Grillo, ministro della Salute, nel suo intervento si è soffermata sulla “necessità di un cambio di passo rispetto al passato. Cambiare non significa però non dare il giusto riconoscimento a un settore vitale e fondamentale del nostro Paese, o peggio non riconoscere l’importanza e la professionalità di un ambito, che è primo in Europa per produzione con i suoi 31 miliardi di fatturato e una crescita di oltre il 40% negli ultimi 10 anni”. Per Grillo, però, è fondamentale rendere accessibili le cure per tutti: “Abbiamo il dovere di garantire ai pazienti che ne hanno bisogno le terapie davvero innovative, che stanno ottenendo l’autorizzazione all’immissione in commercio”. Secondo i numeri forniti da Farmindustria, nel 2018 si sono registrati 32 miliardi di produzione, di cui circa 26 di export. Sono stati 3 miliardi, invece, gli investimenti, di cui 1,7 in ricerca e 1,3 in impianti produttivi ad alta tecnologia. Gli addetti sono 66.500 addetti, mentre i ricercatori sono 6.600, con una quota femminile che supera il 50%. Un piano di sviluppo che si pone nella stessa direttrice dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), dettagliata nel documento ‘Ema Regulatory Science to 2025’. “Il recente accordo tra Farmindustria e Regioni, insieme al ministero della Salute, per il pagamento di 2,4 miliardi relativi al pay-back può aprire una rinnovata fase cooperativa, se rimarrà vivo quel metodo di dialogo che esclude decisioni unilaterali”, ha specificato Scaccabarozzi.

(ITALPRESS).