Politica: DA MARTEDI’ NUOVE CONSULTAZIONI, M5S E PD TRATTANO

“Svolgerò nuove consultazioni che inizieranno nella giornata di martedì prossimo per trarre le conclusioni e per assumere le decisioni necessarie”. Lo ha annunciato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al termine della seconda giornata di consultazioni a seguito della crisi di governo.
Dopo il primo giro di incontri, dunque, con le posizioni ben definite da parte di ogni schieramento politico, i partiti, in particolare Pd e M5S, si mettono al lavoro per cercare di farsi trovare pronti tra cinque giorni.
L’assemblea dei gruppi del M5S ha dato il via libera per iniziare la trattativa con il Pd ed è già andato in scena il primo incontro con i capigruppo Andrea Patuanelli e Francesco D’Uva e i vice Francesco Silvestri e Gianluca Perilli che incontreranno una delegazione del Pd composta dai capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio e dal vice segretario Andrea Orlando.

“Con le dimissioni presentate dal presidente Conte – che ringrazio, con i ministri, per l’opera prestata – si è aperta la crisi di governo, con una dichiarata rottura polemica del rapporto tra i due partiti che componevano la maggioranza parlamentare. La crisi va risolta all’insegna di decisioni chiare; e in tempi brevi” ha detto il capo dello Stato.

“Lo richiede l‘esigenza di governo di un grande Paese come il nostro. Lo richiede il ruolo che l’Italia deve avere nell’importante momento di avvio della vita delle istituzioni dell’Unione Europea per il prossimo quinquennio. Lo richiedono le incertezze, politiche ed economiche, a livello internazionale. Non è inutile ricordare che, a fronte di queste esigenze, sono possibili soltanto governi che ottengano la fiducia del Parlamento, in base a valutazioni e accordi politici dei gruppi parlamentari su un programma per governare il Paese. In mancanza di queste condizioni la strada da percorrere è quella di nuove elezioni. Si tratta di una decisione da non assumere alla leggera – dopo poco più di un anno di vita della Legislatura – mentre la Costituzione prevede che gli elettori vengano chiamati al voto per eleggere il Parlamento ogni cinque anni. Il ricorso agli elettori è, tuttavia, necessario qualora il Parlamento non sia in condizione di esprimere una maggioranza di governo” ha proseguito Mattarella nel suo intervento.

“Nel corso delle consultazioni appena concluse, mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti politici che sono state avviate iniziative per un’intesa, in Parlamento, per un nuovo governo; e mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto. Anche da parte di altre forze politiche è stata espressa la possibilità di ulteriori verifiche. Il presidente della Repubblica ha il dovere – ineludibile – di non precludere l’espressione di volontà maggioritaria del Parlamento, così come è avvenuto – del resto – anche un anno addietro, per la nascita del governo che si è appena dimesso. Al contempo, ho il dovere – per le ragioni che ho esposto – di richiedere, nell’interesse del Paese, decisioni sollecite”.

“Nelle consultazioni – dice il capo dello Stato – mi e’ stato comunicato che sono state avviate iniziative per un’intesa per un nuovo governo. Il Presidente della Repubblica ha il dovere di non precludere l’espressione maggioritaria del Parlamento. Al contempo, ho il dovere di richiedere, nell’interesse del Paese, decisioni sollecite. Nuove consultazioni
inizieranno martedi’ prossimo per assumere le decisioni necessarie”.

La seconda giornata di consultazioni era iniziata con l’arrivo al Quirinale di Giorgia Meloni che per Fratelli d’Italia ha indicato nelle elezioni “l’unica strada possibile”, mentre il Pd con Nicola Zingaretti ha lasciato aperta la strada di un governo con il M5S ma “non a qualsiasi costo, quello che serve è un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo e solido e un’ampia base parlamentare che possa dare speranza agli italiani. In caso contrario, si vada al voto”.

Berlusconi e Forza Italia, da parte loro, si sono espressi per un governo di centrodestra e in alternativa per il ricorso alle urne anticipate. “Occorre costituire in Parlamento una maggioranza di centrodestra che corrisponda al sentire degli italiani, qualora non sia possibile realizzarla la strada maestra è una sola: elezioni anticipate” le parole dell’ex premier.

Nel pomeriggio è arrivato il turno di Lega e M5S.

Salvini ha indicato quella del voto come la “via maestra” per uscire da questa crisi, ma ha anche lasciato uno spiraglio al M5S per un’eventuale ricomposizione del governo gialloverde. “Se qualcuno mi dice miglioriamo la squadra, miglioriamo il programma, diamoci un obiettivo, ho detto che sono uomo concreto, non porto rancore. Ma sarebbe irrispettoso far rientrare dalla finestra Renzi, Boschi e Boldrini. La voglia di chiarezza non era un mio capriccio, e’ orgoglio”.

Il M5S, da parte sua, ha allontanato l’ipotesi del voto, rivendicando di avere la maggioranza relativa,  annunciando di aver avviato “tutte le interlocuzioni necessarie per trovare una maggioranza solida che converga su dieci punti” e che “non lasciamo la nave affondare e che a pagare la crisi siano gli italiani”.