Politica: MOAVERO “ITALIA NON PERDA DI VISTA NOSTRI INTERESSI”

“L’Italia non è un sistema chiuso, né autosufficiente o marginale. Restiamo protagonisti sul piano internazionale. Siamo una realtà globale importante. L’industria realizza il quinto maggior surplus commerciale al mondo e la nostra economia funziona in interdipendenza con gli altri Paesi”. Lo dice il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, in un’intervista al Corriere della Sera, sottolineando come sia “inevitabile che una nazione dia peso alle proprie questioni. È tipico della democrazia, specie nei momenti di fermento e non accade solo in Italia. Ma è vero: non bisogna eccedere in un’ottica centrata su dinamiche interne. Questo fa sottovalutare l’orizzonte più ampio, come è accaduto in Gran Bretagna”.
Moavero sottolinea di non vedere “l’Italia isolata. Il vero punto, però, è l’influenza: tutti ambiremmo averne di più. Ma non è certo un problema nato oggi ed è una sindrome che ritrovo in tanti altri Paesi. L’Italia conta e aggrega quando presenta agli altri idee di qualità: per esempio, al Consiglio Esteri dell’Unione europea ho portato proposte concrete per governare i flussi migratori che stanno ricevendo attenzione e sostegno. Un altro esempio: si è detto che ci siamo isolati sulle sanzioni alla Russia, in realtà siamo sempre rimasti allineati ai nostri partner».
Moavero crede che “l’Italia debba anche darsi alcune linee di proprio diretto interesse. In questi mesi ho perseguito quattro priorita’. Primo, un Mediterraneo finalmente stabilizzato e pacificato, senza conflitti, che divenga una zona economica di libero scambio e un’occasione enorme per noi. Secondo, esiste una via marittima a semicerchio dall’estremo Oriente, via Sud-Est asiatico, India e Golfo, fino al Canale di Suez e al Mediterraneo: una rotta che tocca aree fra le più dinamiche al mondo e al termine, i nostri porti in grado di imporsi quale porta d’ingresso in Europa. È un’opportunità eccezionale. Terzo, smettiamo di pensare all’Africa solo come origine dei migranti: è un continente dall’economia in crescita notevole, dove la democrazia avanza: lì possiamo fare investimenti, dare lavoro e favorire la formazione di dirigenti qualificati. Quarto, l’America del Sud con le naturali affinità, dove molti discendono da italiani: c’è grande interesse verso le nostre aziende e università».