Lazio: UNA SILICON VALLEY SMART ALLE PORTE DI ROMA

Una Silicon Valley nel cuore del Lazio, alle porte di Roma, dove poter sperimentare un nuovo modello di economia basato sul principio delle smart city, fatto di ricerca, investimenti privati, mobilità sostenibile, green economy e turismo. Questo il senso del progetto “Distretto dell’Economia della Scienza per una Smart Sustainable City”, voluto dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, e presentato nella facoltà di Economia dell’Università degli studi Tor Vergata, dallo stesso responsabile del dicastero, dal rettore Giuseppe Novelli, e dal presidente della Fondazione Economia dell’Ateneo, Luigi Paganetto.
Il progetto, nato dall’intesa tra enti di ricerca, università, istituzioni locali del quadrante sud-est della Capitale, VI e VII Municipio, vuole generare coesione sociale ed economica, promuovendo lo sviluppo della ricerca scientifica a livello territoriale, costituendo una rete di centri per una città intelligente, promuovendo in questo quadrante un forte investimento in infrastrutture pubbliche digitali, progetti di mobilità sostenibile e promozione del turismo congressuale-scientifico.
“Vogliamo creare uno strumento di governance nuovo – ha spiegato il ministro Fioramonti -, una volta sperimentato in quest’area, vogliamo poterlo replicare in altre parti d’Italia, vogliamo realizzarlo a Taranto e nell’hinterland napoletano. Il sesto municipio ha in media un laureato su 10 il centro di Roma un laureato su due. Quando si parla di Smart city non si parla soltanto di mobilità elettrica ma anche di posti di lavoro di qualità. Questa è anche una grande idea per far ripartire l’economia dei territori a più livelli – ha proseguito il ministro -. Gli obiettivi del progetto sono una governance sperimentale; mettere a sistema tutte le risorse e coinvolgere le imprese. Anche il privato investe poco in ricerca quindi lo Stato faccia da apripista”.
“L’idea del distretto dell’economia – ha detto ancora Fioramonti – sarà una delle sperimentazioni per testare questa collaborazione. Mobilità sostenibile, energie rinnovabili, turismo scientifico, con un’area che possa avere una grande capacità di attrarre grandi eventi scientifici di carattere internazionale, dove ci sia un ritorno per i castelli a livello turistico. Abbiamo bisogno di una stagione politica diversa, credo molto nella capacità del governo di sperimentare. I governi che osano sono quelli che riescono a fare meglio e per osare dobbiamo testare. Lo sviluppo economico di questo paese senza ricerca e innovazione non avverrà”.
Secondo Lorenzo Paganetto “si apre uno scenario che sfida quello che sono i veri nodi dell’economia italiana. Ce ne siamo occupati in tante occasioni, adesso bisogna cercare di verificare le opinioni, mettendo insieme il mix di accademia con innovazione e ricerca e il mondo della finanza. Questa sfida riguarda l’ambiente ma non solo. Riguarda il cambiamento tecnologico, la capacità del sistema di fare per la società quello che l’economia, da sola, non riesce a fare. Per questo bisogna cogliere l’opportunità che il cambiamento ci offre per agire su due versanti: quello della tecnologia e quello della società”.
“Il risultato più bello è quello che è arrivato qualche settimana fa – ha raccontato il rettore Novelli -: ho ricevuto una lettera di un ricercatore americano che lascerà la Nasa per venire a Tor Vergata. Gli ho chiesto perché lo facesse e lui mi ha risposto che guardando su google e ha capito la densità scientifica in questa area, con i migliori centri di ricerca che si occupano di spazio e di fisica. Questa è la testimonianza più bella di come, facendo sviluppo insieme, si possano attrarre i cervelli”.