“Mario Draghi, in questi otto anni, è stato autorevolmente al servizio di un’Europa più solida e inclusiva, interpretando la difesa della moneta unica come una battaglia da condurre con determinazione contro le forze che ne volevano la dissoluzione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di commiato del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. “Con coraggio. Un coraggio razionale, perché sempre sostenuto dall’analisi e dagli approfondimenti che venivano dall’Istituzione stessa, dal Consiglio nella sua collegialità; in un contesto che è, per sua natura, caratterizzato da incertezza nelle reazioni dei singoli e dei mercati. Coraggio associato alla capacità di ascoltare il dissenso, le voci critiche ma anche di valorizzare il contributo di chi sa sfidare visioni consolidate – ha aggiunto Mattarella -. Oggi possiamo dire che il sistema economico europeo è più solido. L’occupazione è cresciuta ed è mediamente più alta che nel 1999. Il sistema bancario è più compatto. L’integrazione tra le economie, e quindi la convergenza tra gli Stati Membri, è elevata, ma soprattutto – e questo rappresenta uno dei più grandi risultati di questi anni – il sostegno popolare all’Euro è tornato a essere particolarmente alto”.
“L’incontro di oggi è anche un’occasione per riflettere sullo stato di questo grande cantiere che è l’Europa, e in particolare su ciò che ancora rimane da fare, in particolare per rafforzare l’eurozona. Non possiamo dimenticare che la competizione con le grandi aree economiche del mondo è divenuta fortissima, che la dimensione è – ancor più che in passato – elemento imprescindibile per poter influenzare il corso degli avvenimenti a tutela della nostra società e dei nostri cittadini. Completare il ‘cantiere europeo’ diviene – nell’attuale contesto – necessità esistenziale se l’Unione intende concretamente divenire ‘attore globale’ – ha detto ancora il capo dello Stato -. Il 22 febbraio scorso l’Università di Bologna, ha conferito a Mario Draghi la laurea honoris causa. Vorrei ripetere alcune delle parole della sua lectio magistralis: ‘Nel mondo di oggi le interconnessioni (tecnologiche, finanziarie, commerciali) sono così potenti che solo gli Stati più grandi riescono ad essere indipendenti e sovrani al tempo stesso, e neppure interamente’. E aggiungeva: ‘l’Unione Europea è la costruzione istituzionale che in molte aree ha permesso agli Stati membri di essere sovrani. E’ una sovranità condivisa, preferibile a una inesistente’”.
“Vorrei far mie queste affermazioni perché nell’Unione risiede la tutela della sovranità dei paesi europei. La quantità e la qualità dei passaggi e degli interventi necessari per far fronte alla nuova condizione internazionale ha bisogno di un ulteriore e responsabile ‘cambio di passo’, al quale non può essere estraneo il Parlamento Europeo, espressione dei popoli europei – ha concluso Mattarella -. Dobbiamo, tutti, avere coraggio. Non credo sia stato facile per il Presidente Draghi, nel pieno della crisi, affermare: ‘whatever it takes’. Tutto ciò che è necessario, finché è necessario, per il bene dell’Europa e delle generazioni future. È quel che dobbiamo tutti assolutamente fare. Professor Draghi, caro Mario, come cittadino europeo desidero dirle grazie”.
(ITALPRESS).
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