PIÙ INCENTIVI PER FAVORIRE LA RIGENERAZIONE URBANA

Via libera a maggioranza in commissione Territorio al progetto di legge che mette in campo incentivi e meccanismi di semplificazione per favorire il recupero di immobili abbandonati e per prevenire il degrado urbano. Hanno votato a favore i gruppi Lega, Forza Italia e gli esponenti del Gruppo Misto: astenuti il Movimento 5Stelle e i Lombardi civici europeisti, contrario il Partito democratico.
La Regione assumerà il ruolo di ‘regista’ e coordinerà le operazioni, lasciando il potere di dare il via all’iniziativa ai privati proprietari e ai Comuni. I primi potranno segnalare situazioni di particolare criticità (edifici fatiscenti e non abitati da almeno tre anni), mentre i secondi potranno vagliare le istanze e inserire il progetto di recupero negli appositi piani annuali.
Tra gli incentivi, previsti uno sconto fino al 60% sugli oneri di urbanizzazione e la possibilità di incrementi delle volumetrie fino al 20%, a fronte di tutta una serie di prescrizioni che comporteranno, in sostanza, il miglioramento delle condizioni degli edifici innanzitutto dal punto di vista energetico e della sicurezza. Altro obiettivo che il progetto di legge si prefigge di raggiungere, è la lotta alla burocrazia per garantire agli investitori tempi certi per la realizzazione degli interventi, una volta dichiarato lo stato di degrado di un immobile anche attraverso perizia giurata e asseverata.

“L’immobile abbandonato rappresenta un costo negativo per tutta la collettività – ha sottolineato il relatore Gabriele Barucco (Forza Italia) – mentre un immobile rigenerato è un valore. Ecco perché questa legge è un volano per dare una svolta all’attività di proprietari ed enti locali e potrà essere la base per dare finalmente un volto nuovo ai vecchi centri abitati”. “E’ una legge liberale e di grande attualità – ha aggiunto Claudia Carzeri (Forza Italia), presidente della commissione Territorio – che pone e mette al centro dell’iniziativa il singolo proprietario che potrà ora contare su un’alleanza tra enti tutti orientati a raggiungere l’obiettivo. E’ inoltre uno strumento importantissimo per promuovere bonifiche di territorio, anche in quelle aree oggi di difficile intervento a causa di costi e regole impraticabili”.
Il progetto di legge cerca di affrontare in modo sistemico il grave problema dei centri abitati degradati, oltre che degli edifici agricoli e rurali abbandonati, e pone i presupposti per tentare di risolvere anche questioni di carattere sociale. Gli interventi si pongono infatti l’obiettivo di risanare singole case o porzioni di quartieri, realizzando iniziative di rigenerazione con ricadute positive su abitabilità e attrattività dei centri abitati (anche in termini turistici e non solo urbanistici), nonché sul piano della sicurezza e della vivibilità urbana.

I progetti dovranno rientrare nelle previsioni dei piani territoriali, rispettando la già operante legge sul consumo del suolo. E dovranno essere in armonia con la carta di consumo del suolo che i Comuni dovranno realizzare, una sorta di censimento degli immobili abbandonati o dismessi da aggiornare annualmente.
Tra i casi che il progetto di legge non ammette di incentivare con bonus troviamo i recuperi di “grandi strutture di vendita”, mentre viene incoraggiata la trasformazione di aree con spazi verdi, servizi e infrastrutture. Il privato che non dovesse procedere nei tempi dati a fronte di un progetto di rigenerazione che risolva problemi di sicurezza o di degrado, potrà essere destinatario di penali, fino all’esproprio nei casi più gravi.
La norma finanziaria prevede un primo stanziamento iniziale di due milioni di euro, che serviranno per promuovere soprattutto i censimenti comunali. Poi si procederà con piani annuali cui concorreranno le risorse statali e regionali per somme da definire in base alle necessità.
“Questa legge risponde appieno al filone normativo di riferimento di questa legislatura regionale, rispettando e centrando due obiettivi fondamentali – ha spiegato in commissione l’assessore Pietro Foroni (Lega) -: è una legge che taglia le tasse e taglia la burocrazia, con uno spirito e una finalità chiara e ben riconoscibile. Non è solo una legge urbanistica, ma presenta dei chiari risvolti sociali e attraverso al riqualificazione urbana vuole incentivare anche il turismo e l’attrattività dei territori”.

“Anche e soprattutto la Lombardia ha bisogno di rigenerazione urbana, cosa che questa legge però non farà – ha sottolineato invece Matteo Piloni del Partito Democratico – Per tutti aumenteranno le norme, le complicazioni, i rischi di contenziosi e di ricorsi e per portare a termine gli interventi ci vorranno anni. In più, la Regione non ci mette soldi: basti dire che l’Emilia Romagna, che è arrivata molto prima, ha stanziato per la rigenerazione 170 milioni di euro e la Lombardia solo 2. E poi c’è un grosso problema nelle campagne, dove la rigenerazione rischia di diventare un incentivo a lasciare l’attività agricola anziché a rafforzarla”.
“Le risorse messe a disposizione sono poche, la legge punta troppo sulle premialità volumetriche, ma ciò non significa che questo possa rappresentare un valido fattore di sblocco per il settore del mercato legato alla riqualificazione e alla rigenerazione – ha commentato Massimo De Rosa (M5Stelle), annunciando l’astensione del suo gruppo -. Infine gli interventi sugli edifici rurali dismessi, che prevedono premialità e cambi di destinazione d’uso, vanno in direzione diametralmente opposta a quella che dovrebbe essere la necessità di tutelare il suolo agricolo mantenendone le funzioni. Per questo in Aula presenteremo degli emendamenti migliorativi finalizzati a contrastare in modo più incisivo il rischio di nuovo consumo di suolo”.

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