NEL PRIMO SEMESTRE RALLENTA L’ECONOMIA DELLA CALABRIA

La crescita dell’attività economica in Calabria è debole e si conferma il rallentamento già in atto nel 2018. E’ il dato che emerge dall’aggiornamento congiunturale sull’economia regionale presentato presso la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia. Ad illustrarne i dettagli è stato il direttore Sergio Magarelli che ha sottolineato quanto l’andamento sia in linea con il contesto nazionale: “La situazione di attesa in Calabria – ha detto – ha prodotto un ulteriore aumento dei divari e la marcia di recupero, iniziata negli scorsi anni, adesso ha avuto una frenata. Nell’occupazione le distanze rispetto alla media nazionale si sono ancora di più ampliate con una riduzione dell’indice di circa 1 per cento. Nell’ambito dell’industria e del turismo si è registrato qualche segno positivo, mentre il calo riguarda in generale i servizi e le costruzioni. I risparmi sono aumentati in modo contenuto, specialmente riguardo alle disponibilità delle imprese. Il dato si è tradotto nelle mancate decisioni sul fronte degli investimenti, ma le performance comunque positive del 2018 hanno consentito di migliorare l’aspetto della liquidità. Un’altra riduzione significativa riguarda anche le esportazioni in tutti i settori, nel primo semestre del 2019 le vendite sono diminuite a prezzi correnti del 25 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Tuttavia, le aspettative sono orientate in modo prudentemente positivo e questo rallentamento potrebbe essere del tutto temporale”.

“Inoltre – continua Magarelli – le misure attualmente in vigore per il sostegno al reddito e il contrasto alla povertà potrebbero avere un effetto positivo sui consumi e sulla fiducia dei cittadini. Riprendendo le parole del direttore generale di Bankitalia, a pesare sono soprattutto i problemi legati alla questione meridionale, che riguarda un terzo della popolazione, e la questione criminale che riguarda tutto il Paese. Entrambe andrebbero affrontate a livello politico, economico e culturale”.
Dalla ricerca – curata da Giuseppe Albanese, Antonio Covelli e Iconio Garrì – è inoltre emerso che “la crescita dei prestiti al settore privato non finanziario ha ulteriormente rallentato. Alla dinamica ancora negativa e in peggioramento dei prestiti alle imprese, su cui incide anche un’offerta di credito selettiva verso la clientela più rischiosa, si è comunque contrapposta la crescita dei finanziamenti alle famiglie che, a giugno 2019, sono risultati in crescita di circa il 2,7 per cento. Il deterioramento del credito si è attenuato per le famiglie, mentre si è stabilizzato per le imprese su livelli storicamente bassi in tutti i principali settori”.
(ITALPRESS).

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