UNIVERSITÀ IN CARCERE, RINNOVATA INTESA CON GARANTE E PROVVEDITORATO

E’ stato rinnovato il protocollo d’intesa tra l’Ateneo di Roma “Tor Vergata”, il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Regione Lazio e il Provveditorato regionale Lazio-Abruzzo-Molise dell’Amministrazione Penitenziaria. La firma è avvenuta presso la Macroarea di Lettere e Filosofia dell’ateneo, nell’ambito dell’incontro “In carcere oggi-Rieducazione, Ordinamento penitenziario, Ergastolo ostativo”. Viene così consolidata la collaborazione, iniziata oltre dieci anni fa, che ha dato l’avvio all’iniziativa “Teledidattica-Università in Carcere”, grazie alla collaborazione dell’allora Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio, Angiolo Marroni, e la Casa circondariale di Rebibbia, con l’allora direttore del carcere Carmelo Cantone, oggi Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria. La firma è avvenuta alla presenza di Marina Formica, responsabile del progetto “Università in carcere” per l’Università Roma “Tor Vergata”.

All’incontro, al quale hanno partecipato numerosi studenti, sono intervenuti Paolo Canevelli, magistrato della Procura generale della Corte di cassazione, già presidente del Tribunale di Sorveglianza di Perugia ed esperto di Diritto penitenziario; Stefano Anastasia, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Regione Lazio; Carmelo Cantone, provveditore delle regioni Lazio-Abruzzo-Molise del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria; Angiolo Marroni, avvocato, già Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Regione Lazio, che ha presentato il volume “Passami a prendere, racconti sul carcere scritti in collaborazione con Stefano Liburdi, Marta Mengozzi, docente di Istituzioni di Diritto pubblico, Università Roma “Tor Vergata, tutor nel progetto “Università in carcere” e Giacomo Silvano, detenuto laureato di “Tor Vergata”, oggi in regime di semilibertà, che ha presentato il libro “Dal calcio al carcere”, racconto-testimonianza del suo personale di crescita personale e culturale che lo ha portato nel 2014 a laurearsi in Giurisprudenza, con una tesi sull’ articolo 27 della Costituzione e gli aspetti problematici delle sanzioni penali. Giacomo Silvano è stato il primo laureato magistrale col progetto Università in Carcere a “Tor Vergata”.

L’incontro è stata l’occasione per affrontare temi di grande attualità come la risocializzazione dei detenuti, la cosiddetta “rieducazione”, la riforma del diritto penitenziario e l’introduzione di pene alternative, la funzione di difesa civica e di mediazione esercitata dalla figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale e la questione dell’ergastolo ostativo. E proprio il giorno in cui la Corte Costituzionale, poche settimane fa, anticipava in un comunicato stampa la pronuncia di incostituzionalità dell’ergastolo ostativo, nel teatro della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso, Filippo Rigano, studente detenuto iscritto all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, si laureava in Giurisprudenza, con una tesi in Diritto Costituzionale dal titolo “Sopra la Costituzione… l’ergastolo ostativo: per chi ha sete di diritti”.

“Alla discussione della tesi – ha raccontato Cristina Gobbi, ricercatrice e cultore della materia in “Diritto penale”, tutor nel progetto “Università in carcere” e presente oggi alla firma del Protocollo – ha assistito anche il gruppo degli altri detenuti del reparto Alta Sicurezza, iscritti presso l’Università Roma ‘Tor Vergata’, che formano una piccola ma vivace comunità studentesca all’interno della struttura penitenziaria”.
“L’Università Roma ‘Tor Vergata’ è stata tra i primi poli universitari in Italia ad aver aperto le porte ai detenuti – ha detto Formica -. Da quando è iniziato, in via sperimentale, pur tra innumerevoli difficoltà finanziarie, il progetto non solo ha continuato a vivere ma ha preso gradualmente corpo grazie al coinvolgimento, sempre più partecipato, di numerosi docenti, volenterosi neolaureati e dottorandi di ricerca e, soprattutto, all’impegno costante di altrettanti numerosi detenuti. Grazie poi all’esperienza di ‘Università in carcere’ – ha proseguito – l’Ateneo di ‘Tor Vergata’ nell’anno accademico 2018-2019 ha avviato il Master di I livello, ‘Mediatori del disagio penitenziario’, rivolto a tutte quelle figure professionali impegnate nel lavoro nel mondo carcerario per accrescerne le competenze e offrire strumenti idonei ad affrontare le relative complessità e le diverse forme di disagio che si manifestano nelle carceri. A breve, partirà la seconda edizione, prevista per l’a.a. 2020-2021”.

Il tema del diritto allo studio e delle attività di formazione universitaria in carcere sarà oggetto di un convegno “Libertà di studiare: l’Università in carcere”, organizzato dalla CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (il prossimo 28 novembre), al quale parteciperà anche l’Università di Roma “Tor Vergata” e dove sarà presente la Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari (CNUPP), istituita presso la CRUI.
Le macroaree/facoltà coinvolte nel progetto “Università in carcere” all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” sono:
Giurisprudenza, con i corsi di laurea in Giurisprudenza (laurea magistrale a ciclo unico) e Scienze dell’Amministrazione e delle Relazioni Internazionali (laurea triennale); Lettere e Filosofia, con i corsi in Beni Culturali, Lettere (laurea triennale) , Scienze dell’Informazione, della comunicazione e dell’editoria, Musica e Spettacolo (laurea magistrale); Economia, con i corsi in Economia e Management ed Economia e Finanza (laurea triennale); Medicina e Chirurgia con il corso di laurea triennale in Scienze Motorie.

I detenuti della Casa Circondariale di Frosinone possono accedere, almeno per il momento, soltanto al corso di laurea triennale in Lettere (Macroarea di Lettere e Filosofia), e al corso di laurea in Scienze Motorie (Medicina e Chirurgia).
Nell’anno accademico 2018/2019, che si è appena concluso, si sono iscritti 59 detenuti iscritti all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, di cui 50 in regime di detenzione presso la Casa Circondariale di Rebibbia e 9 presso quella di Frosinone.
(ITALPRESS).

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