LUKAKU MAESTRO DI CONTROPIEDE MA L’ATTACCO DELLA JUVE RESTA SUPERIORE

Non mi fidavo molto di Lukaku, anche se lo avevo ovviamente coinvolto nel mio pronostico sull’Inter da scudetto, convinto di altre virtù nerazzurre che non ho bisogno di ribadire. Ma adesso l’adoro, Rómulo, perchè lo vedo interpretare il contropiede da gol come pochi prima di lui, da maestro, come se avesse passato anni a studiarlo, a perfezionarlo, senza darsi conto del fatto che gli opinionisti sacchiani lo hanno abolito, consentendo solo l’esistenza di qualche stracciata ripartenza. Non mi stupisce che parli bene la nostra lingua, Lukaku, e che esibisca serenamente i suoi segni di croce, segni di conquistata italianità: il contropiede ne è la metafora.
Mi tolgo questa personalissima soddisfazione quando ho appena finito di applaudire Simone Inzaghi per la felice interpretazione del calcio all’italiana che sta dando con la Lazio. Ma ecco che due tecnici avveduti, D’Aversa e Maran, degni di appartenere a questo ristretto circolo di competenti, svaccano brutalmente facendosi sommergere di gol da Atalanta e Juve.

La partita di Bergamo doveva in qualche modo celebrare l’affarissimo Kulusevski, fino a pochi giorni fa appartenente a entrambi i club, immagino osservato da Sarri e Paratici in una sfida cosí strana, e invece ne ha tratto soddisfazione solo Gasperini che può confermare al suo boss di non aver sofferto per un attimo l’ormai certo addio dello svedese. Peggio è andata a Maran, fino a poco tempo fa titolare di una squadra che inanellava successi, preparando le celebrazioni del centenario del Cagliari. L’ho elogiato, il solito cinico (prezioso) mi ha avvertito: “Presto si farà esonerare”. È vero che per molti perdere è perdere, per altri – me compreso – tutto è perduto, nella stagione del business e della Var, fuorché l’onore. Nel calcio certi schiaffi non si cancellano presto. Ho visto il Milan, anche con Ibrahimovic, accusare il 5-0 dell’anno vecchio. Non gioca, trema.

Resta un dettaglio importante: l’impresa di Ronaldo nella Juve che Sarri finge (credo) di manovrare con incertezze legate al tridente conferma già la scelta più importante della Signora, quella di tenersi Dybala che con CR7 resta una delle coppie più belle del mondo; eppoi Higuaín, che non entra mai solo per far riposare la Joya: il suo gol lo fa e avverte che il tridente non sarà mai un pericolo. Finché all’Inter non arriverà un Vidal, il potenziale offensivo della Juve resterà superiore. L’Inter esibisce la sua coppia perfetta e punta allo scudetto ma Lukaku e Lautaro, devastanti in contropiede, non mi pare abbiano trovato al San Paolo grandi difficoltà. Il bel Napoli d’antan è sempre più un bel ricordo. È tutto quello che mi sento di dire del paradiso perduto.

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