DA GATTUSO NAPOLI SI ASPETTAVA DI PIÙ

Un amico napoletano mi dice – e scrive – “se per caso il Napoli non abbia sbagliato a affidarsi a Gattuso”. Poi cerca di farmi intendere che “De Laurentiis dopo la seconda partita di Gattuso aveva pensato di richiamare a Ancelotti”. Già impegnato con l’Everton – dico io – da molto tempo prima di chiudere col Napoli. È una trama, questa, insolita per il calcio. Certi salti logici e infantili inganni e complotti balordi sono pane della politica, dove si finge di conoscere tutti i misteri e non si sa quasi nulla; mentre il calcio ha tante di quelle voci che alla fine almeno i competenti e i non sensazionalisti sanno distinguere facilmente il vero dal falso. Le bugie hanno breve durata, da queste parti. Come le sparate, le denunce, gli appelli. Come sa anche Sarri – tradotto da Ronaldo – basta vincere e tutto è chiaro. Il dibattito presuntuoso sul Giuoco di Qualità è finito, ha perso solo Allegri che comunque si fa risate dei maestrini dalla penna rossa sbugiardati dal “vincere unica cosa che conta”.
All’estremo opposto c’è Gennaro Gattuso con tante sconfitte – le peggiori in casa – che non solo mettono in discussione il suo permanere sulla panchina del Napoli ma tout court la sua competenza e professionalità. Tipo: vedi Napoli e poi muori. Come dire è meglio che ti dai all’ippica. Distrutto. Anche da quelli che inspiegabilmente l’avevano accolto come il salvatore della patria.
Scrissi, a suo tempo, che scegliendo Gattuso De Laurentiis aveva voluto dare uno schiaffo ai sapientoni e agli estetisti numerosi in città. Naturalmente non pensava che Gattuso avrebbe fatto così male: lui era sicuro che il famoso Ringhio avrebbe fatto del suo meglio per raddrizzare la baracca e mantenerla nei quartieri alti. Fino a giugno. Poi grazie, soldoni e via, avanti un Signor Tecnico, magari un Allegri (altra sofferenza da infliggere ai critici sarristi, ma almeno di qualità). Non aveva fatto i conti, l’eclettico presidente, con la psicologia (elementare) di Gattuso. Arriva al Napoli, ohibò, e prima di tutto vuol farla pagare al Milan che l’ha tagliato per trovare di peggio: Maldini, Boban, vedrete…Poi si mette in testa di battere il Maestro che gli ha insegnato tutto, Carlo Ancelotti, e siccome non ci riesce si fa scappare anche qualche cattiveria su Sir Carlo. E qui siamo in politica, dove ogni governante nuovo quando non sa che fare dà la colpa ai predecessori, fino alle calende greche. Gattuso, non contento degli scivoloni formali, si inventa poi anche di giocare coraggiosamente, trasformandosi da fabbro in scultore, da imbianchino a pittore. Facendo mosse inspiegabili che tuttavia spiegano ampiamente la crisi del Napoli. Paradossalmente la situazione presente lo aiuterà a sanare il futuro. Siccome a Napoli già si parla e si scrive di rischio retrocessione Rino Gattuso non più Ringhio (ahilui) è finalmente – forse – l’allenatore giusto al posto giusto. Gennaro – laico – salvaci tu.

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