DOVREMO STUDIARE UN CALCIO DIVERSO

Circola una notizia maliziosa, anzi maligna: il campionato non riparte se non torna Cristiano Ronaldo. Chi l’ha messa in circolazione e’ sicuramente un anti-Juve e cercare di individuarlo e’ quasi impossibile visti i nemici che si ritrova. Una volta la battezzai Odiamata mettendola a confronto con l’Inter, la Beneamata. Vinceva tanto anche allora – anni Settanta – ma lasciava spazio addirittura alle provinciali come Cagliari, Verona e Sampdoria che sottraevano scudetti anche a Milan e Inter; oggi, dopo il filotto, e’ la Nemica, e’ normale accusarla di tutto. D’altra parte anche con il Coronavirus e’ in testa a tutti: il primo a scappare dopo il Derby d’Italia dell’8 marzo, Ronaldo; il primo a subire il contagio, Rugani (con fidanzata!), il primo a disertare, Higuain; il primo – per sottolinearne il valore ormai acquisito anche da Sarri – a vivere concretamente l’aggressione del virus, Dybala, che se lo sta trascinando da un decreto all’altro fino alla prima liberta’ concessa dal governo, quella d’incontrare una “congiunta: ma lui lo sta facendo dall’inizio della quarantena con la sua bella Oriana; che pochi giorni fa ha comunicato di essere ancora positiva, sicche’ non stupisce che oggi si riveli anche la perdurante positivita’ di del suo innamorato; per finire, il primo a espatriare dopo l’inizio della Fase 2 e’ uno juventino, De Ligt, rientrato in Olanda con la scusa che nel suo Paese potra’ allenarsi liberamente. Da noi no. Da noi siamo arrivati a esibire una sorta di calcioproibizionismo che dovrebbe portare il dibattito a livelli intelligenti. E cosi’ non e’. Basta pensare all’ininterrotto “mercato” che offre ogni giorno arrivi e partenze anche se cala ogni giorno la speranza di riprendere a giocare. Non solo: i nomi che si fanno sono tutti di stranieri, i cui colleghi che prima gia’ facevano fatica a venire a giocare in Italia e accettavano solo a fronte di ingaggi scandalosi, oggi si negherebbero o rincarerebbero le pretese causa Coronavirus. Il calcio e’ fabbrica di paradossi: riesce a scandalizzare anche al tempo del Coronavirus.
Io prenderei la palla al balzo e agevolerei il desiderio di alcuni pedatori stranieri di restare al paesello nati’o frettolosamente raggiunto, ad altri di potersene andare da questi luoghi infetti: applausi – e cittadinanza onoraria – a chi resta. Proposta di decreto aggiuntivo in data 24 maggio: “Non passa lo straniero”. E’ un mio antico sogno quello di tornare a godere un campionato tutto italiano, mi hanno sempre detto “e’ impossibile”, stavolta potrei farcela: perche’ mentre nel Paese si comincia a combattere la battaglia contro la miseria e la fame sarebbe finalmente l’ora di metter fine allo sperpero di milioni per conquistare calciatori che, sbarcati nel Paradiso del pallone gia’ lo vedono come un Inferno.
Non faccio il moralista da strapazzo che ha condiviso obtorto collo per decenni la scandalosa realta’ del calcio, segnalo soltanto che l’odiosa negativita’ del ministro Spadafora dipende in buona parte dall’approccio culturale del tutto negativo con lo sport dei milionari, lui che viene da tutt’altro mondo, lui che non risparmia i club e le squadre ma neppure i singoli atleti. Con l’aria che tira, il razzismo che scendeva dagli spalti al campo oggi ha preso un’altra via: dalla politica al gioco. Ripartenza o no, i problemi del futuro non saranno solo economici e sportivi: dovremo studiare un calcio diverso. Questo ha gia’ dato. Ecco perche’ e’ importante giocare le ultime partite e decidere le ultime sentenze.

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