La serie A aspetta l’ok per ripartire: “Faremo più test”

Più esami e un controllo accurato su giocatori e staff per far ripartire gli allenamenti collettivi in sicurezza evitando però i maxi-ritiri, complicati a livello organizzativo e poco graditi ai calciatori. Questa la proposta lanciata dalla Lega Serie A al presidente della Figc Gabriele Gravina e già inoltrata al ministro per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora, che la sta analizzando e già domani potrebbe inviarla al Comitato tecnico scientifico. La speranza di poter tornare in campo è ancora concreta. L’Esecutivo vuole far ripartire il calcio, anche se con prudenza e cautela. Lo ha spiegato più volte Spadafora nelle ultime settimane. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio sabato sera, frenando l’entusiasmo della Serie A per ribadire l’impossibilità di individuare, allo stato attuale dell’emergenza sanitaria, una precisa data di ripartenza del campionato. Del resto senza la certezza di poter scendere in campo molti club non sono disposti a riavviare la macchina. Ecco perché domani una sola società, il Parma, chiuderà giocatori, staff e dipendenti nel centro sportivo di Collecchio pur dovendo aspettare la giornata di martedì per la ripresa vera e propria degli allenamenti di squadra perché il Comitato tecnico scientifico deve ancora validare il protocollo della Federcalcio. Le altre squadre proseguiranno invece con allenamenti individuali, nel rigoroso rispetto delle norme di distanziamento sociale perché al termine delle sedute i calciatori potranno tornare nelle proprie abitazioni. Questo in attesa di buone notizie dal Governo: i club sperano infatti che nelle prossime ore l’Esecutivo possa accettare le proposte elaborate oggi dalla Lega, che ha messo sul piatto la possibilità di incrementare gli esami medici da effettuare sul gruppo squadra allo scopo di minimizzare i rischi di nuovi contagi e, qualora si verificassero, di isolarli prontamente. Il protocollo della Federcalcio prevede al momento tamponi ogni quattro giorni e un sierologico ogni due settimane, ma le società sono pronte a rafforzare l’impegno. Superato lo scoglio dei ritiri, ci sarà poi da affrontare l’altro grosso problema sul tavolo, vale a dire la misura della quarantena obbligatoria dell’intera squadra in caso di nuovi contagi, uno scenario che metterebbe a serio rischio la conclusione del campionato.
(ITALPRESS).