Produzione Imprese in Lombardia al -10% nei primi 3 mesi 2020

MILANO (ITALPRESS) – In Lombardia si registra una brusca frenata nella produzione delle imprese (-10%) nei primi tre mesi del 2020, ma alcuni comparti tengono nonostante l’emergenza sanitaria e il lockdown, tra i quali la chimica e l’alimentare. E’ quanto emerge dall’andamento del comparto manifatturiero lombardo nel primo trimestre 2020, a fronte dell’impatto di covid-19, presentato nel Webinar di oggi, organizzato da UnionCamere, Regione Lombardia, Confindustria Lombardia, le Associazioni regionali dell’Artigianato. Dallo studio, condotto da UnionCamere, emergono trend differenziati nelle filiere produttive in base all’attività economica, ma “l’indice manifatturiero fa un salto indietro di dieci anni”. Il contraccolpo più forte riguarda gli artigiani e il sistema moda.
“L’impatto della pandemia è evidente nei risultati del primo trimestre del settore manifatturiero lombardo, nei quali si registrano gli effetti dell’emergenza Covid- 19”, osserva il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio, sottolineando che “l’indice della produzione industriale cala del 10% a gennaio-marzo riportandosi ai livelli del 2010″. La perdita maggiore la subisce il comparto artigiano (-13,2% su base congiunturale) interrompendo così il lento e difficile percorso di recupero dei livelli storici che durava da alcuni anni”.
Auricchio evidenzia che “alcune imprese sono riuscite a rispondere tempestivamente riconvertendo la produzione o cambiando l’attività, altre attivando nuovi canali di vendita o modificando la catena di fornitura: i settori alimentare e chimica sono quelli che hanno resistito meglio all’emergenza mentre l’abbigliamento e il pelli-calzature stanno avendo maggiori difficoltà.”
Forti contrazioni si registrano sia nella domanda interna che in quella estera e anche il fatturato si allinea alle altre variabili: il calo rispetto al trimestre precedente è del 9,8% per le aziende industriali e del 12,7% per l’artigianato. “Le aspettative degli imprenditori per il secondo trimestre sono ancora improntate al pessimismo, per la chiusura che ha riguardato tutto aprile- dice ancora Auricchio-. La ripresa delle attività a partire da maggio rimanda le prospettive di recupero a giugno, compromettendo così gran parte del primo semestre, anche a causa delle numerose scorte accumulate”.
(ITALPRESS).