Coronavirus e smog, l’inquinamento non è ancora risalito

ROMA (ITALPRESS) – In seguito all’allentamento delle restrizioni da parte dei paesi europei dovuto al calo del tasso d’infezione di Covid-19, Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams), implementato da Ecmwf per conto della Commissione europea, non ha ancora rilevato un chiaro segnale di aumento dei livelli di inquinanti e di ritorno alle condizioni “business as usual”.
Ciò – come riporta e-gazzette.It – è in contrasto con quanto avvenuto in Cina, ad esempio, dove le attività e le emissioni sono già ampiamente tornate ai livelli pre-Covid. Nel frattempo, un sondaggio d’opinione di Yougov condotto in Europa ha chiesto ai cittadini se vogliono tornare ai livelli di smog pre-Covid: tutti contrari. In Italia il 78% dice “no” e raddoppia il numero dei residenti delle nostre città che vuole usare la bici per andare a lavorare: gli italiani dimostrano più voglia di cambiamento rispetto alla media degli europei. Per fornire maggiori informazioni sulla qualità dell’aria a sostegno della crisi COVID-19, CAMS ospita un microsito con diversi servizi di informazione. Oltre a mappe, serie temporali e animazioni di biossido di azoto (NO2) e particolato fine (PM2.5) relative a 50 grandi città europee, CAMS ha ora aggiunto anche PM10 e ozono per fornire un quadro più completo. Il microsito è uno strumento utile per monitorare la qualità dell’aria e dimostra che l’Europa meridionale, in particolare l’Italia e il sud-est dell’Europa, ha subito alcuni significativi aumenti temporanei dell’inquinamento atmosferico locale all’inizio di maggio. Tuttavia, questi non sono legati all’allentamento delle misure contro il COVID-19, ma alla polvere trasportata attraverso il Mediterraneo dal Sahara. Particelle di polvere come queste contribuiscono a ridurre la qualità dell’aria, cosa che emerge chiaramente nei grafici delle serie temporali PM2.5 e PM10 relativi a diverse città. Questo aumento non è legato alle misure prese per combattere il COVID-19 e dimostrano come gli eventi meteorologici possono influenzare la qualità dell’aria. La maggioranza dei cittadini europei, e degli italiani in particolare, non vuole che le città ritornino ai livelli di smog precedenti la pandemia. Sono moltissime, secondo il sondaggio di YouGov, le persone in Europa pronte a sostenere profondi cambiamenti nella mobilità urbana che consentano di mantenere la qualità dell’aria sperimentata durante la quarantena, quando i livelli di inquinamento atmosferico si sono ridotti drasticamente. Il sondaggio di YouGov ha analizzato la propensione di 7.545 abitanti di 21 diverse città europee, fra cui Milano e Roma, a modificare le abitudini precedenti alla pandemia. E’ emersa una fotografia chiara del desiderio degli italiani di cambiare aria nelle città: il 78% dei nostri connazionali – contro il 64% a livello europeo – vuole continuare a respirare aria pulita anche dopo la fine del lockdown.
(ITALPRESS).