L’Italia dell’elettrico si scopre eccellente, Enel e Fca capofila

TORINO (ITALPRESS) – Perchè i veicoli elettrici possano competere realmente con i mezzi a motore termico, vanno tagliati due traguardi. Il primo è la riduzione del costo della ricarica. L’energia erogata dalle colonnine pubbliche ha tariffe tre volte superiori rispetto a quelle degli impianti domestici, che sono già elevate. La gran parte di questo costo va in tasse, un intervento politico e fiscale quindi sarebbe sufficiente a compensare questo primo gap. Il secondo traguardo è invece industriale. Oggi le batterie costano tra 160 e 180 dollari al kWh, un valore che incide fortemente sul prezzo finale di vendita delle auto elettriche. Secondo Roberto Di Stefano, a capo di Fca e-Mobility per l’area Emea, però tra 2024 e 2025 si scenderà a 100 dollari per kWh, rendendo i listini “sostenibili”.
In poco più di quattro anni, quindi, l’auto elettrica sarà competitiva e invaderà le nostre strade. Ma il resto dell’ecosistema, che comprende le stazioni di ricarica, l’assistenza post-vendita, lo smaltimento delle batterie, la ricerca scientifica e le reti di accumulo, a che punto è? Per fare il punto, oggi Enel ha organizzato una web conference per presentare la terza edizione del volume ‘100 Italian e-mobility stories’ realizzato con la fondazione Symbola. “Quella della mobilità elettrica, è una delle rivoluzioni più rilevanti in atto, ma anche una delle più discusse – ha spiegato Francesco Starace, Ad di Enel – l’Italia partecipa a questo cambiamento, con tante aziende che fanno innovazione, insieme a Fca, che è uno dei protagonisti di questa trasformazione. Noi come Enel siamo al secondo posto al mondo per punti di ricarica pubblici installati nel mondo”. Proprio l’incontro del comparto dell’automotive con quello dell’energia, “è la vera novità. Una scintilla che dà il via a un nuovo mondo” ha assicurato Pietro Gorlier, a capo dell’area Emea di Fca. Già oggi tutti gli stabilimenti italiani del gruppo e i loro 55.000 occupati sono coinvolti attivamente in questa transizione, ma non solo. “Questo nostro impegno è stato accolto con grande favore dalle parti sociali che rappresentano i lavoratori, dall’opinione pubblica e dall’intera filiera automotive che conta in senso allargato fino a 1,23 milioni di lavoratori, perchè nello scenario ipercompetitivo che si prospetta, per continuare ad avere in Italia anche una filiera solida e robusta da un punto di vista organizzativo e finanziario, non si può prescindere dall’avere una produzione significativa di veicoli localizzata nel Paese”.
Anche perchè il resto del mondo corre, a una velocità anche superiore al previsto: ci sono più di 7 milioni di veicoli elettrici per passeggeri o merci circolanti, più di 3 milioni in Cina, e quasi 2 milioni in Europa. Una crescita che nemmeno il Covid-19 ha fermato, perchè mentre le immatricolazioni totali di autoveicoli hanno registrato un forte calo nei primi tre mesi del 2020, le auto elettriche ed ibride immatricolare sono cresciute dell’81,7% in Europa, a quota 228.210.
L’Italia sta giocando la sua partita, come racconta il report di Symbola, con una filiera che parte dai carmaker, non solo Fca, e scende fino ai centri di ricerca, alle multiutility e ai designer. Non mancano forme le avanzate di mobilità, come i servizi di sharing mobility, le app e i centri di recupero delle batterie esauste. Un polo d’eccellenza è quello del Politecnico di Torino, dove si studiano soluzioni avanzatissime con batterie allo zolfo che potrebbero presto sostituire quelle al litio, in virtù di prestazioni esponenzialmente superiore. “Sostenibilità dei materiali, e loro riutilizzo sono centrali, stiamo scrivendo un’agenda strategica per lo sviluppo. E i dati lo dimostrano, perchè dove si fa ricerca in questo settore, si attiva un driver di industrializzazione. Ben venga quindi l’Italian battery alliance, istituita venerdì scorso con l’Enea” ha spiegato Silvia Bodoardo, docente dell’ateneo torinese e referente italiana presso l’Unione Europea su questi temi. Ma non basta. “Dobbiamo anche mettere il cliente nelle migliori condizioni per beneficiare delle convenienze di un veicolo elettrico, quindi garantirgli accesso ai centri storici, parcheggio gratuito e molto altro. Tutto questo sarà possibile se al veicolo elettrico, sarà affiancata una connessione semplice e facile, per trovare il servizio di cui ha bisogno” spiega Di Stefano.
Vanno quindi definiti standard e applicazioni universali, come avviene per gli smartphone, in grado semplificare questa transizione, da cui non si torna indietro. “Adesso bisogna concentrarsi sul gap di costo tra le automobili elettriche e quelle con motore termico, che è un tema che dobbiamo affrontare. I primi passi non sono sufficienti per aumentare il parco del venduto” ha spiegato Alessandra Todde, sottosegretario allo Sviluppo Economico. “Passi concreti più importanti saranno fatti in futuro dal Governo, e sono una priorità. Fino al 2024 e 2025 dobbiamo lavorare su incentivazione e informazione” ha concluso la sottosegretaria, lasciando il tema in mano ai costruttori e ai privati, ancora per un pò.
(ITALPRESS).