L’IRA DI CONTE: ORA C’E’ DA ASPETTARE LA RISPOSTA DI ZHANG

Il campionato lo ha vinto la Juventus l’8 marzo, prima del lockdown, battendo la sua rivale preferita, l’Inter, nell’ultimo Derby d’Italia. Dopo, ci siamo battuti – io sicuro – per la ripresa del gioco soprattutto per avere la certificazione dell’avvenuto, senza la quale il torneo 19/20 – non essendo noi francesi – sarebbe finito nel nulla. Magari con l’assegnazione di uno scudetto di cartone che almeno in Casa Agnelli non amano. In realtà, la Juve di Sarri, direi una squadra sperimentale, ha dato spazio a realistiche speranze della Beneamata, l’unica concreta alternativa tecnica, viste le risorse di campo, ovvero i giocatori. Diventa utile, al proposito, rileggersi il tabellino di quella sera e non solo per ricordare i gol di Ramsey e di Dybala (una meraviglia) ma per controllare le forze in campo. Juventus: Szczesny, Cuadrado, De Ligt, Alex Sandro (sostituito), Bonucci, Bentancur, Matuidi, Ramsey (gol), Higuain (sostituito), Ronaldo (ammonito), Douglas Costa (sostituito). A disposizione: Pinsoglio, Buffon, Rugani, Chiellini, De Sciglio (subentrato), Danilo, Khedira, Pjanic, Rabiot, Bernardeschi (subentrato), Dybala (gol, subentrato).
Inter: Handanovic, De Vrij, Bastoni, Skriniar (ammonito), Brozovic (ammonito), Candreva (sostituito), Barella (sostituito), Vecino (ammonito), Young, Martinez, Lukaku (sostituito). A disposizione: Berni, Padelli (espulso), Biraghi, D’Ambrosio, Ranocchia, Godin, Gagliardini (subentrato), Eriksen (subentrato), Borja Valero, Asamoah, Sanchez (subentrato), Esposito.
Non mi sì venga a parlare di un’Inter non all’altezza della Signora; fa solo effetto notare che Dybala, subentrato, ha firmato il 2-0, mentre l’altro “subentrante”, Eriksen – l’ultimo costoso acquisto di Marotta per Conte – salutato come fenomeno, sia stato in realtà trattato come un pivellino destinato a plurimi e impegnativi esami, fino alla solenne desolante bocciatura ricevuta nell’ultima partita contro l’Atalanta, quando Conte l’ha mandato in campo al ’90. Come se fosse Valcareggi che manda avanti Rivera alla fine di Italia-Brasile. L’occasionale confronto con Valcareggi ne innesca un altro, ancor più scomodo, con Bearzot. Quando Conte ha parlato di un assalto al carro interista si richiamava – forse – alle legione di furbastri che saltarono sul carro di Bearzot nell’82, perchè aveva vinto; se davvero qualcuno ha voluto onorare i vicecampioni d’Italia (m’è toccato di sentire anche questa) gli va dato merito, se non altro, del gesto compassionevole, solidale e sportivissimo.
Con le ultime e ineleganti sortite contro l’Inter Conte ha reagito al peggior risultato che gli poteva capitare: arrivare secondo dietro la Juve. Di un punto. Dettaglio massacrante per tutti: club, dirigenti, giocatori, tecnico e tifosi. Che poi il piazzamento dia accesso alla Champions, dal punto di vista sportivo vuol dir poco: vuol dire che l’antica e onorevole Coppa dei Campioni ha dovuto far posto alla Coppa Business dove vincono anche i perdenti. A far da contrappunto al -1 dell’Inter che ha scatenato l’ira del tecnico contro le debolezze della società resta il dettaglio desolante della partita che ha permesso al modesto Bologna – subito dopo schiantato dal Milan con una “manita” – di negare all’Inter un altro scudetto. E chissà come c’è rimasto male Massimo Moratti.
Il campionato “straordinario” 2019-2020 va in archivio agganciandosi subito al prossimo, già virtualmente varato, con un quesito non banale: potrà l’Inter servirsi di un tecnico che l’ha costantemente invitata a diventare Juventus per vincere? Immagino la risposta di Moratti. Attendo, curioso, quella di Zhang.