Coronavirus, D’Amato apre a tavolo con laboratori privati per tamponi

ROMA (ITALPRESS) – L’apertura di un tavolo tecnico tra i laboratori privati e la regione per far eseguire i tamponi, la situazione della diffusione del Covid nella Regione Lazio e lo stato dell’arte per la riapertura delle scuole del prossimo 14 settembre, questi sono stati i temi al centro della seduta odierna della VII Commissione Sanità, politiche sociali, walfare che si è svolta nel pomeriggio a cui ha partecipato anche l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Ad aprire la seduta sono stati alcuni rappresentati dei laboratori privati che hanno chiesto l’apertura di un tavolo tecnico con la Regione per permettere anche a loro di poter eseguire i tamponi: “Le strutture abilitate, 240, da tempo continuano a ricevere da parte di utenti la richiesta di poter fare tamponi – ha detto Valter Rufini, presidente regionale della Anisap -. Questa situazione sta diventando una cosa di notevole richiesta. Da noi gravitano 1,2 milioni di cittadini, capisco le posizioni dell’assessore ma ci sembra illogico che strutture accreditate non possano avere un colloquio chiaro e operativo per creare un network. E’ evidente che serva un confronto sereno e operativo senza speculazioni. Un tavolo di conforto possa essere di un ritorno pazzesco ad un sistema che ha delle punte di sofferenza. Chiediamo il tavolo di confronto”.
Una posizione sostenuta anche da Luca Marino, vicepresidente della sezione Sanità di Unindustria: “mi associo alla richiesta di aprire il tavolo di confronto. Abbiamo un problema nel soddisfare la richiesta enorme di tamponi che stiamo avendo. Le file di quattro ore nei drive-in sono all’ordine del giorno così come i ritardi nella consegna dei risultati, che possono arrivare fino a una settimana. I test sierologici in questa fase non sono ancora lo strumento più adatto, per sapere chi è stato contagiato nei giorni scorsi, lo possiamo sapere solo con i tamponi, unico strumento che può darci la situazione in modo chiaro”. Al loro fianco si è schierato il consigliere di centrodestra Arturo Parisi, del gruppo Lazio 2018: “E’ incredibile che in questo momento ci siano persone che attendono otto ore di fila per fare il secondo tampone. Nel Lazio siamo in una situazione completamente bloccata, in Lombardia siamo in una situazione più efficiente. L’assessore D’Amato ha usato la logica del profitto che non regge, perchè al San Giovanni e al Gemelli si possono fare tamponi in modo privato. Rifiutare la collaborazione dei privati credo che sia assolutamente incomprensibile. A livello nazionale l’invito è di massimizzare la capacità di fare i tamponi per arrivare ai 300mila tamponi al giorno che a oggi il pubblico non può fare”.
Contrari invece Chiara Colosimo, di Fratelli d’Italia, che ha ricordato come: “noi abbiamo la certezza che quando si tratta di un caso come questo, la pandemia, si debba continuare con un tracciamento pubblico. La situazione attuale prevede per i privati la possibilità di fare i test sierologici poi il tampone si fa nel pubblico, questo permette alle Asl di conoscere tutti i numeri dei positivi ed è una garanzia per la salute pubblica per dare risposte certe. Per chi vuole mettersi in fila ci vuole un pò di pazienza”. Mentre il capogruppo del Pd, Marco Vincenzi, firmatario della mozione a favore dei tamponi per i laboratori privati: “Da diversi mesi sono tra coloro che ha sempre sostenuto la necessità di diagnosi precoce di individuazione degli asintomatici. Maggiore è l’attività di diagnosi precoce più efficace ed efficiente sarà l’individuazione dei positivi, per questo bisogna ampliare i laboratori di coloro che fanno i tamponi. A oggi ci sono file oltre il tollerabile per fare un tampone e attese per conoscere la risposta”.
L’assessore D’Amato si è detto favorevole all’apertura di un tavolo tecnico: “I tavoli tecnici non saranno negati a nessuno. Come sapete nella nostra regione abbiamo una rete Coronet con all’interno strutture pubbliche e private, queste ultime di natura ospedaliera, universitaria e di ricerca come il Gemelli. Elemento fondamentale è stato sempre l’efficacia, l’efficienza della rete che sarà aumentata in questi giorni. Accolgo la richiesta del tavolo tecnico”. Andando poi al confronto con Vincenzi e ricordando che proprio questa natura ospedaliera e universitaria è requisito imprescindibile per poter effettuare i tamponi e ricordando che: “I tamponi previsti nella rete coronet sono gratuiti a tutti per finalità di sanità pubblica, mentre per finalità diverse c’è una tariffa fissa” facendo riferimento a quanto detto da Parisi sui tamponi a pagamento al San Giovanni e al Gemelli. Per quel che riguarda i tamponi rapidi, D’Amato ha anche tenuto a sottolineare che: “Da poche settimane sono entrati in campo i tamponi rapidi che stiamo utilizzando negli aeroporti e nel porto di Civitavecchia e ci apprestiamo di avere la disponibilità di un milione di test rapidi” mentre sui dubbi che riguardano l’affidabilità di questi test, sollevati dalla Colosimo ha sottolineato come: “I test rapidi di cui qualche medico ha parlato sui social non è, non è, non è, lo ripeto tre volte, il test che stiamo utilizzando noi e il Veneto per i rientri dai paesi a rischio. Circa l’affidabilità del test lo Spallanzani ha dato una affidabilità alta per una attività di screening, come quella che stiamo facendo”.
D’Amato ha anche ricordato che a breve arrivare anche un test rapido salivare: “ancora in fase di sperimentazione allo Spallanzani”. Per quel che riguarda la diffusione del Covid, soprattuto con i rientri dalle località di vacanza Parisi ha accusato l’assessore dei ritardi nella messa in moto della macchina negli aeroporti, che avrebbe portato alle file nei drive-in: “Era prevedibile che tutto ciò sarebbe successo, il tema è come siamo capaci di aggredire questa questione, avremmo dovuto prevedere e non inseguire gli eventi. Si sarebbe dovuto prevedere questi presidi e non avremmo avuto questi ritardi”. D’Amato ha risposto che: “La curva epidemiologica di tutte le regioni è monitorata dal ministero della Salute e rispetto a questo l’ultima rilevazione il Lazio ha un Rt dello 0.43. Questo perchè abbiamo un numero consistente di asintomatici con una buona capacità di tracciamento e contact tracing. La maggior parte dei casi sono di importanzione, con una prima fase arrivata dai rientri di lavoratori dall’estero e ora una seconda fase con arrivo dalla Sardegna. Ieri il Lazio è stato in testa per il numero di tamponi e nei prossimi giorni saremo in grado di triplicare i numeri grazie all’implementazione dei macchinari” mentre ha smentito la possibilità che i tamponi vengano fatti dai medici di medicina generale.
Sul tema scuola, infine, D’Amato ha ricordato come si sia avviata la campagna per i test di sieroprevalenza anche per il personale docente e non, con 40mila prenotazioni arrivate e 10mila test effettuati fino ad ora, e che saranno reclutati 500 tra medici, infermieri e assistenti sanitari che saranno a disposizioni delle scuole al momento della riapertura: “Sono state costituite delle equipe antiCovid nelle scuole, ieri abbiamo firmato una ordinanza per far sì che possa essere reclutato un numero importante tra medici, infermieri e assistenti sanitari che possano essere utilizzati per scuole. Al momento tra il personale docente e non che ha effettuato il test tasso di sieroprevalenza è quello della indagine Istat sull’intera popolazio e nazionale, stiamo intorno all’1.2%. Saremo pronti anche a fare i test per tutti quegli insegnanti che si vedranno assegnare la cattedra all’ultimo momento e lo richiederanno”. Si sta pensando anche alla popolazione degli studenti, circa 700mila: “Sono un tema importante, è nostra volontà andare a una estensione dei test sierologici ma soprattutto utilizzare in maniera massima i test rapidi perchè consentono di circoscrivere rapidamente e avere un esito in 30 minuti”. Nessuna novità, invece, per quel che riguarda la sperimentazione sul vaccino, iniziata nei giorni scorsi.
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