Crotone e Napoli più permeabili alle mafie, Bolzano virtuosa

Le province calabresi e campane presentano i valori più elevati dell’Indice di permeabilità alla criminalità organizzata sul territorio. È quanto emerge da uno studio condotto da Eurispes in collaborazione con la Direzione nazionale Antimafia e Antiterrosimo. I risultati della ricerca sono stati presentati presso la sede della Dna di Roma.

Secondo lo studio, le prime due province sono Crotone e Vibo Valencia, rispettivamente con valori di 108,62, e 107,29; la terza provincia è Napoli e la quarta è Reggio Calabria, con valori simili tra loro, 106,89 e 106,88. Queste 4 province hanno valori distanti dalle altre, evidenziando una spiccata permeabilità in questi territori. Le restanti province hanno valori più vicini tra loro, suggerendo piccole differenze nel livello di permeabilità tra posizioni vicine in graduatoria.
L’unica provincia del Nord d’Italia tra le prime 10 è Imperia, ottava nella graduatoria. Le province meno esposte alla criminalità organizzata, sempre secondo la ricerca, si trovano in Lombardia e in Friuli-Venezia Giulia, queste sono Monza e della Brianza, Como, Udine, Pordenone e Lecco.

Anche la mappa dei valori aggregati per Regione conferma sostanzialmente l’andamento provinciale.
L’analisi dinamica (nel tempo) dell’indice ha messo invece in luce una generale crescita della resistenza alla criminalità organizzata: non si registrano province con un livello alto che hanno visto il loro livello diminuire mentre quelle con un livello basso sono anche quelle che sono diminuite di più in proporzione; questa circostanza ha portato alla crescita delle differenze nei livelli di permeabilità tra le province.

Fanno eccezione, secondo lo studio, la provincia di Roma, il cui livello di permeabilità è cresciuto di 3,28 punti, salendo in graduatoria di 44 posizioni; la provincia di Milano, il cui livello è cresciuto del 2,57, salendo di 39 posizioni, crescita più elevata.
Altre province che mostrano valori in crescita sono Chieti (+2,08) e due province siciliane, Siracusa e Messina, che non solo hanno valori in crescita ma anche alti. Questo rileva una situazione delicata per la regione siciliana, poiché anche Palermo e Agrigento hanno visto aumentare la propria permeabilità.

Tra le province più virtuose, che hanno visto diminuire il valore dell’Ipco – Indice di permeabilità alla criminalità organizzata, Bolzano è stata la migliore. Il valore Ipco della provincia è sceso di 8,38 punti, scendendo in graduatoria di 71 posizioni.

Altre province che si sono distinte per una diminuzione dell’Ipco sono Matera (-4,86), Terni (-4,74) e Lodi (-4,70).
Pertanto, secondo lo studio, “l’analisi dinamica dell’Ipco evidenzia: una generale diminuzione del livello di permeabilità sul territorio nazionale; andamenti eterogenei tra le province; un aumento delle differenze tra le province; una riduzione dei casidi permeabilità più gravi; l’assenza della polarizzazione Nord-Sud osservata nell’analisi statica”.

Il Raggruppamento delle province in base alla scomposizione degli indicatori che costituiscono Ipco rivela, secondo lo studio, che: “la permeabilità del Sud è principalmente dovuta alla vulnerabilità sociale; la permeabilità del Nord è legata principalmente alle possibilità speculative e di profitto”.

Secondo lo studio Eurispes l’analisi dei 19 indicatori compositi permette di scomporre l’Ipco per comprendere meglio dove risiede l’origine della permeabilità; si tratta di: agricoltura; attività economiche (agricoltura, banche, servizi, industria, costruzioni); struttura economica; tessuto imprenditoriale; sistema dei pagamenti; mercato immobiliare; situazione finanziaria (imprese, famiglie); finanza non convenzionale; povertà; mercato del lavoro; demografia; qualità delle Istituzioni, criminalità (reati spia, microcriminalità, reati economici).

Si distinguono per la forte polarizzazione Nord-Sud gli indicatori della povertà, del mercato del lavoro e quello dell’inadeguatezza delle Istituzioni. Al contrario, gli indicatori sulle banche, sui servizi e quello sulle condizioni finanziarie delle famiglie delineano una debole polarizzazione e connotazione geografica.

Alcuni indicatori hanno anche una distribuzione asimmetrica che rivela come alcune province siano particolarmente permeabili nella relativa dimensione misurata dall’indicatore. I casi più evidenti, secondo lo studio, sono quello virtuoso di Milano nell’indicatore della povertà e il caso negativo di Napoli nell’indicatore dei reati economici. L’asimmetria si ritrova anche nella distribuzione di altri indicatori economico-finanziari, come in quello sull’industria, sulle costruzioni, sulle condizioni finanziarie delle imprese e sulla finanza convenzionale, e negli indicatori sociali e criminali, come quelli sul mercato del lavoro e della microcriminalità.

Gli indicatori della povertà e del mercato del lavoro hanno una grande variabilità tra i valori delle province, descrivendo situazioni molto eterogenee, mentre gli indicatori dell’industria e dell’imprenditorialità hanno una variabilità più contenuta descrivendo quindi una sostanziale omogeneità tra le province.

“La natura della permeabilità alla criminalità organizzata – spiega il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – prende forme diverse a seconda dei territori. Difatti la criminalità organizzata ha dimostrato di saper adattare le proprie strategie di crescita ai bisogni del territorio, riuscendo spesso a presentarsi come alternativa alle risorse legali, soprattutto per le categorie sociali più vulnerabili. Ciò permette a queste organizzazioni di aumentare sia il loro controllo sul territorio, sia il sostegno ricevuto da parte dello stesso”.

“Inoltre – prosegue Fara -, infiltrandosi nei tessuti produttivi legali, la criminalità organizzata mimetizza le proprie condotte rendendo più difficile distinguere tra legale e illegale. Ciò avviene tanto per i processi produttivi, quanto per le risorse usate e per le forme organizzative e di competizione, con grave danno delle realtà imprenditoriali più virtuose, della credibilità di un intero sistema economico, della fiducia nella sua struttura finanziaria e nei flussi che da essa promanano”.

“In generale – conclude il Presidente dell’Eurispes -, nelle province del Sud la vulnerabilità è principalmente dovuta a forme di fragilità economico-sociali, che spingono i gruppi criminali a forme più tradizionali di controllo del territorio, che generano a loro volta una maggiore fragilità. Nelle province del Nord la vulnerabilità è più legata al mondo produttivo, dove i gruppi criminali possono infiltrarsi in virtù della forza finanziaria ottenuta attraverso proventi illeciti”.
(ITALPRESS).