Commisso “Mai più soldi per lo stadio, tutti vogliono Vlahovic”

ROMA (ITALPRESS) – “Guardiamo la realtà: quando sono arrivato la Fiorentina era sedicesima e lottava per non retrocedere. Nel primo anno di transizione l’abbiamo portata al decimo posto, quest’anno non abbiamo cominciato bene ed abbiamo cambiato allenatore: eravamo diciassettesimi e oggi, dopo otto partite, siamo undicesimi. Nessuna squadra in A nelle ultime partite è andata avanti così, spero di continuare su questa strada”. Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, parla a cuore aperto del suo grande amore, il club viola, ai microfoni di “Radio Anch’io Sport”, su Rai RadioUno. “Non sono arrivato in Italia per fare business – assicura il patron dei toscani – Lo stadio? Mi aspettavo le difficoltà: conosco la burocrazia, ma dopo che il Comune di Firenze ne aveva parlato per vent’anni, credevo potessi fare qualcosa. Da Campo di Marte siamo passati al Mercafir, vicino all’aeroporto: un’altra buffonata, volevano solo i miei soldi. Poi, dopo la legge favorevole agli stadi, siamo tornati a Campo di Marte e al Franchi, e la sovrintendenza ha dato l’ok: io però non metterò più soldi”. Detto anche che tra pochi giorni sarà messa la pietra al nuovo centro sportivo, il numero uno della Fiorentina, nell’ultimo giorno di mercato che non dovrebbe riservare sorprese ai tifosi viola, entra anche negli argomenti più tecnici. A cominciare dall’arrivo in panchina di Cesare Pradelli, chiamato a sostituire Beppe Iachini: “Il suo rinnovo? Una cosa alla volta. Lui ha voluto firmare fino a giugno: i risultati contano e anche la meritocrazia, che in Italia e nel calcio non è importante, ma per me sì”. A proposito di rinnovi, c’è in ballo quello di Vlahovic, esploso dopo tante critiche: “Non è stato facile per lui, un paio di mesi fa gli dicevano che doveva giocare in B. Prandelli ha invece riconosciuto il suo valore, l’ha fatto giocare e il ragazzo è fiorito: ora tutti lo vogliono, ma io non lo do a nessuno… Kokorin? Lo devo ancora vedere ma credo in Pradè e in chi l’ha portato io. Ribery ha detto che vuole tornare in Germania? A me non risulta, ma non parlo oggi di futuro. E a me non piace mandare via la gente”. Commisso, di origini calabresi, ammette anche che riprenderebbe la Fiorentina: “Forse però ho sbagliato i tempi. Ho speso tanti soldi e poi è arrivato il Covid, per colpa del quale i nostri ricavi sono stati decimati. Se riavremo il pubblico negli stadi in questo campionato? Sono pessimista, non guardo solo l’Italia ma anche l’Europa e gli Stati Uniti. Non credo che per quest’anno gli impianti saranno riaperti, spero accada nella prossima stagione”. Considerati i tifosi viola “eroi” e “molto vicini alla squadra”, Commisso non nasconde le sue ambizioni: “Nessuno vuole vincere più di me, ma siccome devo mettere i soldi, bisogna avere un pò di pazienza. Non sono mai andato in bancarotta. Lo scudetto? Speriamo, ma non faccio promesse che non posso mantenere. Vedremo in futuro, ho sempre detto che il mio obiettivo è arrivare alla parte sinistra della classifica e quest’anno fare meglio dell’anno passato. Atalanta, Napoli e Lazio ci hanno messo anni ad andare in Europa…”. Per quanto riguarda la Lega Calcio, Commisso invoca infine “l’unità tra i presidenti per il bene del calcio italiano”. Un calcio che, come gli ha insegnato il ‘caso Chiesà, è piuttosto cambiato rispetto a qualche decennio fa: “I giocatori ora sono delle piccole imprese. E’ un calcio malato”.
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