Lunedì si conclude prima esperienza di Zona Luce

ROMA (ITALPRESS) – Si concluderà lunedì 3 maggio la prima esperienza di Zona Luce, il progetto sviluppato dalla Figc e dalla Fondazione Scholas Occurrentes nell’ambito della collaborazione avviata nel 2020 per favorire attività finalizzate all’integrazione e alla riabilitazione per quelle categorie in condizioni di disagio o emarginazione, con lo scopo di tutelare e rafforzare il valore educativo, morale e culturale del calcio. Il progetto, che si colloca all’interno della macro area Rete Social Football della Federazione, con lo scopo di tutelare e rafforzare il valore educativo, morale e culturale del calcio, si è rivolto agli operatori di polizia penitenziaria e ai detenuti del carcere minorile di Nisida. Un percorso per la formazione di istruttori sportivi, finalizzato a trasferire ai destinatari le necessarie competenze per poter proseguire un’attività nel mondo del calcio a fine pena. “Zona Luce è un’inziativa di grande valore e significato – ha dichiarato il presidente SGS, Vito Tisci – e rappresenta l’attenzione e l’impegno della Federazione sulle tematiche sociali e destinate ai giovani. La struttura di Nisida, che ringrazio per la disponibilità e l’entusiasmo con cui ha accolto il progetto, ha rappresentato un importante punto di partenza per l’ulteriore sviluppo di queste attività”. Dopo i dieci incontri, svolti sotto la guida dello staff tecnico Figc-Scholas, attraverso un programma mirato e condiviso, e in piena sinergia con la struttura carceraria, in occasione dell’inaugurazione del campo da calcio di Nisida, avrà luogo la consegna degli attestati di partecipazione alla presenza del Prefetto di Napoli, Marco Valentini, del Direttore dell’istituto penitenziario, Gianluca Guida, del Presidente del Settore Giovanile e Scolastico, Vito Tisci, del Presidente del Comitato Regionale Lnd, Carmine Zigarelli, del Responsabile Sport di Scholas Italia, Mario Del Verme, del Coordinatore SGS Campania, Giuseppe Madonna e del il Vice Presidente Vicario del CR Campania Giuliana Tambaro. “Molte persone libere vivono chiuse in se stesse – ha dichiarato Josè Maria del Corral, Direttore Mondiale Scholas – altre invece conquistano la loro libertà scoprendo il significato e la bellezza interiore”. “Zona Luce è stata un’esperienza straordinaria soprattutto dal punto di vista umano ed educativo, sia per i beneficiari che per lo staff del SGS Campania che è stato coinvolto”, ha sottolineato Giuseppe Madonna, Coordinatore SGS Regione Campania. Il progetto ha visto la partecipazione anche dell’Alta Scuola di Psicologia (ASAG) dell’Università Cattolica per una azione di monitoraggio e valutazione dell’efficacia dell’intervento coordinata Caterina Gozzoli e Chiara Corvino. In attesa degli esiti del lavoro di ricerca-azione possono già essere evidenziati due aspetti di estremo valore del progetto: il coinvolgimento in un’attività comune di molteplici attori che raramente si rileva (i giovani ragazzi di Nisida, altri giovani della città di Napoli, gli operatori di polizia penitenziaria e società sportive del territorio); la costruzione, fin dall’inizio del progetto, di un gruppo di lavoro con gli allenatori, gli operatori e i ragazzi, accomunato dalla volontà di riflettere sulle attività in campo, per monitorare gli aspetti di miglioramento e gli esiti di quanto svolto. Dopo l’esperienza di Nisida, dal mese di marzo, Zona Luce è stato avviato anche presso il carcere minorile di Casal del Marmo (Roma) e, nelle prossime settimane, prenderà il via anche a Torino.
(ITALPRESS).