Conflavoro Pmi “Sgravi a chi non licenzia”

Conflavoro Pmi, con il presidente nazionale Roberto Capobianco, è intervenuta oggi in audizione all’XI Commissione (Lavoro pubblico e privato) della Camera dei deputati, presieduta da Romina Mura, per esporre le proposte dell’associazione in merito al contrasto alle nuove diseguaglianze nel mondo del lavoro provocate dalla pandemia. Smart working e digital divide, carenza di liquidità, riduzione premi Inail, sblocco licenziamenti con contestuale proroga della Cig mediante ammortizzatore sociale unico: questi gli argomenti affrontati in audizione da Conflavoro.
“Tra le principali criticità che abbiamo rilevato – spiega Roberto Capobianco – emerge sicuramente la questione dello smart working. La sua implementazione da un lato ha consentito il contenimento del contagio, ma dall’altro è stata caratterizzata da notevoli difficoltà organizzative dovute alle caratteristiche delle imprese, alle loro dotazioni infrastrutturali e tecnologiche e, soprattutto, alle competenze digitali e all’esperienza pregressa sull’utilizzo di tale strumento. Il digital divide tra Sud e Centro Nord non è certo una novità e il Pnrr ci auguriamo saprà finalmente porre rimedio. E dato che lo smart working si è dimostrato efficace in ambito sicurezza, per Conflavoro sarebbe di forte sostegno alle aziende la riduzione dei premi Inail per quei lavoratori che non devono spostarsi per presenziare effettivamente in azienda. Questo potrebbe agevolare l’applicazione del lavoro agile per le realtà più piccole”.
“Più in generale – evidenzia Capobianco – ribadiamo che il blocco dei licenziamenti ha inevitabilmente accentuato il divario tra le diverse forme di lavoro e vincolato gravemente l’autonomia degli imprenditori, mentre la tutela dei lavoratori è comunque garantita dalle vigenti normative che prevedono garanzie volte ad evitare licenziamenti ingiustificati. Serve quindi lo sblocco il prima possibile e, contestualmente, va prorogato il periodo ci cassa integrazione finché necessario, ma mediante un ammortizzatore sociale unico figlio di una riforma strutturale della materia. È comunque necessario potenziare le politiche attive del lavoro e riformare il welfare”.
“Come traino immediato per la ripartenza del lavoro e, dunque, dei consumi al fine di rimettere in moto l’economia tutta, è necessario sostenere non solo le aziende che assumono – conclude Roberto Capobianco – ma anche quelle che fanno sacrifici e decidono di non licenziare. Per queste ultime serve prevedere una serie di sgravi e incentivi che coprano tutto il territorio e non soltanto il Sud, come accade invece per le assunzioni. Questi sono per la nostra associazione gli step improrogabili e subito attuabili per aiutare il mondo del lavoro senza discriminazione alcuna”.
(ITALPRESS).