Reddito di dignità pugliese, Barone “Serve cambiare il sistema”

BARI (ITALPRESS) – Sono 32mila le famiglie che hanno ricevuto un sostegno economico dal Red, il reddito di dignità istituito dalla Regione Puglia nel 2018, per un contributo totale di circa 53 milioni di euro, che arriverà a 73 milioni entro il 2023, portando ad aiutare circa 45mila nuclei familiari meno abbienti. “Sono numeri significativi considerando inoltre che il Red non è l’unica misura di sostegno alla quale le famiglie indigenti possono accedere. – sottolinea l’assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone – E questo ci deve allertare circa la necessità di un cambio di passo sulle politiche del lavoro, situazione certamente aggravata dall’emergenza pandemica che stiamo vivendo. Come politici e come politica dobbiamo interrogarci che non possiamo sostenere queste famiglie se non dando vita a seri sistemi in grado di modificare totalmente l’ottica del lavoro stesso in tutto il nostro Paese”. Con questa misura di sostegno la Regione Puglia offre un’indennità mensile di circa 500 euro per 12 mesi a fronte però della sottoscrizione del Patto di inclusione che impegna il beneficiario a un progetto di sussidiarietà oppure di lavoro di comunità a vantaggio del proprio quartiere o condominio, o ancora in alternativa a percorsi di formazione, addestramento e alfabetizzazione.
Proprio la direzione di misura temporanea per la collocazione occupazione è quella che sarebbe ideale intraprendere: “La vera sfida del futuro è il lavoro. – continua la Barone – Io provengo dalla provincia di Foggia dove il tasso di criminalità è molto alto e questo, secondo me, anche perché mancano opportunità lavorative. La disperazione o comunque la mancanza di alternative porta molte persone a delinquere. Questa non vuole essere un’attenuante ma proprio per questo la vera sfida del futuro è il mercato del lavoro. E questo lo possiamo fare anche con una forte sinergia con il Ministero del Lavoro dando vita a processi che invertano questa tendenza. Per questo mi piacerebbe dar vita a nuovi bandi, a favorire il lavoro giovanile ma anche offrendo opportunità professionali anche a donne e uomini un po’ più avanti con l’età penalizzati nella ricerca del lavoro”.
La pandemia di Covid-19 ha, ormai è cosa nota, accentuato le falle del sistema sociale, sanitario e del lavoro. Se già nel periodo pre Covid, che era un lento recuperare dalla grande crisi dal 2008 in poi, durante la pandemia e adesso che il mondo sta tentando di uscire gli esclusi più a rischio sono i non più giovani, quella fascia di popolazione dai quaranta anni in su esclusa da offerte di lavoro e bandi pubblici. “Le politiche del lavoro, che riguardano ovviamente apparati anche dello Stato centrale, vanno realizzate in sinergia con gli assessorati con gli ambiti dello sviluppo economico e del turismo. – rimarca l’assessora al Welfare – Penso a bandi lavorativi che non sono dedicati solo ai giovanissimi, intercettando una fascia d’età più avanzata che oggi, purtroppo, resta fuori dalle offerte lavorative e quindi dal mondo del lavoro. Come i Neet (Not in Education, Employment or Training, coloro che non sono né occupati, né inseriti in un percorso di istruzione o di formazione) che in Puglia sono un numero molto alto, circa del 13%, un dato allarmante”.
Così le misure di sostegno come il Red sono lo strumento attraverso il quale si potrebbero favorire politiche di inclusione lavorativa e sociale: “L’emergenza Covid però dovrebbe aver messo allo scoperto quelle che sono state per anni i nervi scoperti del sistema lavorativo, e non solo. – conclude Rosa Barone – Con il Red abbiamo lavorato insieme a Comuni e aziende per dare vita a patti di inclusione e supporto. In questo modo la Regione sta favorendo l’inclusione lavorativa passando per il sostegno economico prima. Serve infine rivoluzionare le agenzie regionali del lavoro che vanno supportate sicuramente aumentando innanzitutto il personale, e in questo la Regione Puglia si sta muovendo completando questo passo a breve. Serve quindi cambiare il sistema, e per farlo è necessario che un insieme di fattori lavorino in sinergia creando lavoro, giustizia e inclusione”.
(ITALPRESS).