Nel libro di Mazzoncini le scelte per un futuro a zero emissioni

ROMA (ITALPRESS) – Quali scelte energetiche e ambientali possono concretamente indirizzarci verso un futuro a emissioni zero? A illustrare le possibili risposte a questa domanda, Renato Mazzoncini, Professore del Politecnico di Milano e AD di A2A, edito da Egea, nel suo libro “Inversione a E” e si focalizza sul settore dei trasporti per individuare tre livelli di intervento per la decarbonizzazione del comparto: infrastrutture, mezzi e servizi. Arricchito da un saggio a cura di Filippo Santoni de Sio, professore associato di Etica della Tecnologia all’Università di Delft (Olanda), dal titolo “Per un’etica dei trasporti”, il volume analizza gli attuali limiti del settore proponendo tecnologie e scenari che traguardano la possibilità di decarbonizzare trasporti senza impatti rilevanti sul tessuto socio-economico e si rivolge sia al decisore politico, cui spetta creare le condizioni infrastrutturali adeguate perchè tale passaggio possa concretizzarsi, sia al cittadino che con le proprie scelte e i propri comportamenti quotidiani può contribuire fattivamente al raggiungimento degli obiettivi europei di sostenibilità in tema di spostamento sul territorio. Decisioni della politica, scelte individuali e orientamento del business. Secondo Mazzoncini sono questi i tre livelli di azione su cui dovremo concentrare le nostre forze negli anni che ci aspettano.
“La volontà di scrivere questo libro è nata dalla necessità di immaginare un futuro per i nostri figli che non esisterà senza una decisa spinta alla decarbonizzazione, un futuro cui anche il settore della mobilità può e deve contribuire. Ho unito la profonda conoscenza del settore della mobilità e la passione fortissima per i temi della sostenibilità, che mi hanno portato recentemente a guidare A2A, una delle aziende protagoniste della transizione ecologica: elettrificazione dei consumi, sviluppo delle rinnovabili e delle reti, economia circolare e tutela dell’ambiente sono temi collegati alla mobilità sostenibile e obiettivi di business per il nostro Gruppo, cui dedichiamo importanti investimenti” – ha dichiarato Mazzoncini.
“L’accresciuto sforzo di molti Paesi per la lotta contro il cambiamento climatico è evidente. L’Unione europea è impegnata nella transizione green e tramite il Quadro 2030 per l’energia e il clima ha definito le sue intenzioni di ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto al 1990. La decade che ci aspetta sarà decisiva e dobbiamo concentrare le nostre forze su tre differenti livelli di azione: decisioni della politica, scelte individuali e orientamento del business”.
Secondo Mazzoncini, liberarsi delle fonti fossili renderà il pianeta migliore a favore dell’energia esistente in natura che è sostanzialmente infinita. In più, alla luce di progetti recenti che mostrano come sia possibile dirigersi verso la decarbonizzazione partendo dalla rivoluzione delle fondamenta della mobilità, vale a dire dalle infrastrutture. Hyperloop ad esempio, un tubo depressurizzato che riduce l’attrito e consente di far viaggiare persone e merci ad oltre 1000 km/h, è una prima opzione di come sia possibile spostare una buona fetta del trasporto aereo, difficilmente elettrificabile, verso una soluzione terrestre a levitazione magnetica. O ancora l’elettrificazione delle strade, segmento di sviluppo di grande interesse, come testimoniato da innovative società che stanno già installando le prime strade con ricarica dinamica a induzione magnetica dei veicoli.
L’autore fornisce anche delle possibili soluzioni per rendere più sostenibili i mezzi di trasporto analizzando i probabili sviluppi del settore e la possibilità di rispettare gli obiettivi fissati al 2035 dalla comunità europea per la fine delle vetture a motore termico. Secondo Mazzoncini è poi necessario sviluppare un mercato europeo che sia in grado di produrre, al suo interno, il novanta percento delle vetture vendute nel Vecchio Continente, inclusa la necessaria produzione di batterie. Per disporre nel 2050 di un parco automobilistico mondiale totalmente decarbonizzato, ipotizzando una produzione annua invariata di 80 milioni di veicoli elettrici, serviranno circa 160 Gigafactory (fabbriche di batterie) come quella esistente nel Nevada, che si traducono in circa 30 in Europa e 3 in Italia. Considerando che la Gigafactory del Nevada ha creato 10.000 nuovi posti di lavoro, l’autore stima che la produzione di batterie in Italia possa creare oltre 30.000 nuovi possibilità occupazionali.
Con l’avvento della tecnologia a guida autonoma, inoltre, la manutenzione dell’infrastruttura stradale rivestirà sempre più importanza, poichè i veicoli a guida autonoma richiedono infrastrutture perfettamente segnalate e manutenute, il che apre alla necessità di rivedere nel complesso l’organizzazione e potenziare notevolmente gli investimenti nella manutenzione delle infrastrutture stradali. Le potenzialità occupazionali sono imponenti se si pensa che il totale delle strade italiane asfaltate si aggira intorno agli 800.000 km.
(ITALPRESS).