Anno giudiziario, Mura “Condizioni severamente critiche”

L’inaugurazione dell’anno giudiziario avviene in un “momento di transizione perché sospeso tra l’annuns orribilis della pandemia, che non accenna ancora a finire, e risposta istituzionale al virus insieme all’avvio di un processo di riforma che colloca la giustizia al centro del Pnrr. Insieme all’importanza del Pnrr per rilancio e economico e sociale, vi è stata una forte ripresa dell’attività giudiziaria”. Così il presidente della Corte d’Appello di Roma, Giuseppe Meliandò, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Nel settore civile le pendenze sono diminuite del 5% con un aumento delle definizioni pari al 18% e la contrazione del 18% delle pendenze ultra biennali. Il tribunale di Roma ha ridotto le pendenze del 3%, con un aumento delle definizioni pari al 18%, nonostante un incremento delle sopravvenienze del 10%. Nel settore civile si può rilevare l’aumento delle definizioni in misura del 9% mentre l’abbattimento pendenze dell’8%”, ha aggiunto Meliandò. “Più problematici, ma non in controtendenza i dati del settore penale. Questi processi in alcuni casi non si sono potuti avvalere di risorse e innovazioni informatiche già usate invece nel processo civile. Ma non c’è stato nessun ulteriore aggravamento delle pendenze penali. Le pendenze processuali pensali sono pari a 48076, ma erano quasi 53mila soltanto tre anni fa. Calano del 6,7% delle pendenze del dipartimento monocratico ma aumentano del 4,7% delle pendenze collegiali”, ha aggiunto. “Efficienza e efficacia sono ritenuti indispensabili per la tutela del diritto e per la coesione economica e sociale dell’Unione Europea. L’entità delle risorse consentirà in breve tempo il reclutamento di 21.910 unità personale amministrativo a tempo determinato e di questi oltre la metà addette per all’ufficio per il processo, che sarà davvero rilevante per attività e obiettivi ad esso assegnati. Sarà lo staff di supporto al giudice; particolarmente funzionale per la riduzione degli arretrati e la riduzione del tempo del processo”, ha sottolineato. “La riduzione dei tempi sta creando ampia apprensione a fronte anche di una situazione dell’edilizia giudiziaria spesso insostenibile. Ma oggi i finanziamenti europei per l’ufficio del processo aprono una nuova stagione. Quest’anno vi è stata infine la crescente sperimentazione e utilizzazione delle risorse informatiche, come il gruppo di lavoro per l’informatizzazione degli uffici notifiche che in meno di sei mesi ha risolto un problema storico”, ha proseguito. Infine, Meliandò ha menzionato la riforma della giustizia e l’aggiunta del nuovo termine di improcedibilità, con cui “vi è una sorta di sovrapposizione tra prescrizione sostanziale e processuale che suscita perplessità in quanto per alterare il fiosiologico rapporto tra il decorso del tempo e il definitivo venir meno dell’interesse della comunità. Si evidenziano fondate preoccupazioni le ripercussioni per gli effetti di questa riforma che avrà e sui relativi piani di smaltimento in quanto avverrà la fissazione immediata di tutti i processi. Il problema della gisutizia a Roma è un problema nazionale non un grande problema locale e la magistratura dev’essere orgogliosa del suo contributo prezioso per la tutela della democrazia e e della legalità ma anche pronta autocritica per cause etiche che impongono alcune modifiche”, ha concluso Meliandò.
Per il procuratore generale della Corte d’Appello di Roma, Antonio Mura, “per la giustizia italiana deve parlarsi, se non di crisi pandemica, di condizioni severamente critiche, se è vero che addirittura a livello europeo ci si è mobilitati al punto da ricomprendere la materia giudiziaria nei cospicui finanziamenti del Pnrr. Il distretto di corte d’appello di Roma risentirà in misura accentuata degli effetti del Pnrr, al punto che non è azzardato prevedere che il successo o l’insuccesso a Roma potrà condizionare il risultato nazionale”. Per Mura l’attuazione del piano dovrà “avvenire in un momento di per sé difficile per ragioni estranee alla giurisdizione, con la pandemia tuttora in atto. A maggior ragione ciò legittima l’impiego del termine resilienza, che è la capacità di chi non perde mai la speranza e continua a lottare contro le avversità. A nome della magistratura requirente del distretto di Roma esprimo fiducia e propongo impegno corale nell’attuazione del Piano di ripresa della giustizia, sento il dovere di rimarcare che esso non si presenta del tutto equilibrato e tale da coinvolgere in modo effettivo e paritario tutti coloro il cui apporto è indispensabile per l’obiettivo della ripresa”, ha sottolineatro passando quindi alle statistiche. “I dati relativi ai femminicidi sono sempre allarmanti, seppure in lieve flessione rispetto all’anno precedente: 12 delitti consumati e 12 tentati (a fronte, rispettivamente, di 13 e 21). I procedimenti per cui si è attivato il Codice rosso sono passati da 3.396 a 3.720, con un incremento del 9,57%. Le richieste cautelari in carcere sono state 218, con decremento del 61%, mentre le richieste non custodiali sono aumentate da 40 a 98. Sul piano statistico sono significativi i dati forniti dalla Procura di Roma, la quale nell’ultimo anno ha registrato un numero complessivo di 9.637 procedimenti assegnati al gruppo specializzato, con un incremento del 4,29% rispetto all’anno precedente. Si segnala un particolare incremento dei reati di pornografia minorile (+65,22%),violazione degli obblighi di assistenza familiare (+21,93%), lesioni volontarie tra persone legate da vincoli familiari (+44,58%), ma anche di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (+58,82%)”, ha concluso. (ITALPRESS).