Spettacoli: FAVINO, I 50 ANNI DI UN ATTORE ISTRIONICO

L’attore, si sa, è una maschera che si modella sul personaggio da raccontare. Pierfrancesco Favino, 50 anni il 24 agosto, nella sua carriera ha sapientemente modellato il volto, il carattere, e la propria arte rendendo immortali le vite di eroi dello sport, della storia, o uomini comuni ai quali ha dato dignità. Favino è l’emblema dell’attore scevro da ogni cliché, che non si è mai fossilizzato su un personaggio, ma che ha spaziato fornendo ogni volta una chiave di lettura differente. E’ rude quando interpreta Bartali per la tv, è un vulcano di emozioni nei film di Muccino, è feroce nella parte del Libanese nella “Banda della Magliana”, ha una sua morale in “Acab” di Stefano Sollima.

Nella sua intepretazione del boss pentito Buscetta ne “Il traditore” di Marco Bellocchio, rifugge da ogni stereotipo di mafioso siciliano, rendendo il suo personaggio un gigante rispetto agli altri uomini d’onore rinchiusi nell’aula bunker, quasi riducendoli, se non a delle macchiette, a personaggi al limite del ridicolo.

Non solo cinema nella carriera di Pier Francesco Favino. Sul palco dell’Ariston, presentando il Festival di Sanremo al fianco di Baglioni, ha dimostrato indiscusse doti da showman. Un attore che ricorda i mostri sacri della commedia italiana. Forse anche per quel suo “divertissement” nell’imitare Marcello Mastroianni inevitabilmente si finisce per paragonarlo a lui. Ora si attende in sala una nuova prova, quella nei panni di Bettino Craxi. Le foto “rubate” dal set raccontano di una somiglianza impressionante con l’ex presidente del Consiglio.

Stanislavski affermava che “non ci sono piccole parti, ma solo piccoli attori”. Ebbene Pier Francesco Favino pure in interpretazioni più defilate ha giganteggiato. Come dimenticare il Clay Ragazzoni in “Rush” di Ron Howard, o il Lord Glozelle nelle “Cronache di Narnia” o ancora il Cristoforo Colombo in “Una notte al museo” con Ben Stiller.

Ogni interpretazione è una sfida. Lui con quella faccia da duro e la mascella volutiva riesce a saltare da un personaggio all’altro con una naturalezza propria dei grandi attori. “Del bullo ho solo la faccia. Faccia da bullo e cuore da sartina” dirà Favino. O forse meglio dire da sarto, capace nel prendere le misure ad ogni personaggio, a vestirsi della sua anima, a calzarne il carattere. Rendendo comunque ogni personaggio unico e immortale. Come ogni buon eroe del cinema.