GLI ANNI PIU’ BELLI, MUCCINO “FILM SULL’AMICIZIA”

Dopo A casa tutti bene, Gabriele Muccino torna a raccontare l’amicizia ed i legami con Gli anni più belli, nelle sale italiane dal 13 febbraio con 01 distribution. La storia dell’amicizia tra tre ragazzi, Giulio (Pierfrancesco Favino), Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria) dall’adolescenza negli anni 80’ all’età adulta, ai 50 anni in cui si tirano le prime somme. Attorno a loro, in un triangolo Micaela Ramazzotti nel ruolo di Gemma e l’esordiente (come attrice) Emma Marrone che interpreta Anna. “Gli anni più belli – spiega il regista – sono quelli in cui si sente un movimento interiore verso un traguardo ancora da esplorare, quelli peggiori sono quelli dell’immobilità interiore ed emotiva. È un film sull’amicizia, il collante di questo film è il valore che l’amicizia ha dato come impulso a queste esistenze”.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

Tanta storia d’Italia in un film che ne sottolinea i momenti di cambiamento. Li spiega Muccino: “La grande storia è quella che ci definisce, anche se non vogliamo siamo definiti da quello che la grande storia ci racconta. C’è un’idea forte di cambiamento nelle scelte che ho fatto” afferma il regista e prosegue: “La caduta del muro di Berlino, Mani Pulite, l’11 settembre, i nuovi movimenti politici, questi continui slanci per il cambiamento corrispondono nei personaggi a una continua sfida verso il domani. Tutti loro vogliono e pensano che domani sarà un giorno migliore”. Inevitabile per certi chiari omaggi, non pensare a C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. Pur confermando gli omaggi ai grandi registi, Muccino rimarca le differenze con l’opera del maestro: “Di quel film oggi molte cose non hanno più senso, l’antagonismo tra ricchi e poveri, la morale politica, tutto ciò non ha senso nella generazione che abbiamo vissuto, siamo cresciuti sotto l’ombra e complesso di inferiorità di coloro che avevano fatto il dopoguerra, il 68’, gli anni di piombo, siamo stati schiacciati dalla storia degli altri e non abbiamo mai avuto la nostra storia. Per questo il mio film è diverso da quello di Scola”.
In questo discorso generazionale interviene Favino: “Noi siamo la generazione silente che in un angolo si è messa ad aspettare di trovare la propria voce e continua ad essere messa da parte” ricorda il protagonista di Hammamet che aggiunge: “non credo sia un caso che l’amicizia sia al centro del film ed anche il tempo e come cambia le cose”. Anche Claudio Santamaria si unisce al commento: “il mio personaggio cerca la sua identità, rappresenta una generazione smarrita e cerca la sua strada in politica perché sente di non aver mai avuto modo di esprimersi”.
Kim Rossi Stuart invece si concentra sul suo ruolo: “Quando Gabriele mi ha fatto leggere la sceneggiatura, ho amato subito questo personaggio e devo dire che in un periodo come questo in cui l’eroe non è più Batman ma un vittimista per eccellenza cioè Joker che attraverso un vittimismo raggiunge il consenso, questo personaggio nella sua semplicità mi ha garbato”.

A proposito di eroi ed eroine, Micaela Ramazzotti sottolinea la sua passione per i personaggi tragici: “anche se la vedi sbagliata, io non mi offendo, amo le donne perché siamo sempre tutte un po’ sbagliate, le eroine non mi piacciono, non mi sono mai piaciute, sento che l’umanità è piena di imperfezioni, più interpreto personaggi così, più faccio pace con me”. La neo-attrice Emma Marrone aggiunge: “in realtà non so ancora bene com’è stato per me perchè non ho un termine di paragone, non avevo fatto mai recitato, neanche a scuola. Ho accettato questa sfida che quel pazzo di Gabriele mi ha lanciato ed è stato meraviglioso perché Gabriele sul set è un regista comprensivo ed educato e questi titani, giganti del cinema italiano mi hanno sorretta e supportata”.
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