PER L’AGRICOLTURA SFIDA SU INNOVAZIONE E NUOVA PAC

L’agricoltura cresce per valore e posti di lavoro, ma deve affrontare le sfide dell’innovazione e della stesura del nuovo Pac. Lo ha detto, nel corso della terza giornata di Fieragricola, il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate. “Il Governo non poteva mancare a una fiera importante come questa. Fieragricola è stata capace di internazionalizzarsi ed è un grande momento di confronto per tutti gli operatori del settore per portare avanti la nostra agricoltura e farla crescere sempre di più. Dobbiamo superare molte criticità che attanagliano il primo settore ed essere bravi tutti, come sistema Paese, per redigere un progetto serio per rilanciare la nostra agricoltura. Il settore biologico è in crescita e ci crediamo perché può creare molto valore aggiunto. Abbiamo stanziato un fondo di 5 milioni in legge di bilancio e c’è un altro progetto di legge in corso di approvazione al Senato; per i giovani c’è il bando Ismea per il primo insediamento e il subentro in azienda”.
Il 2020 è l’anno internazionale dedicato alla salute delle piante e una folta partecipazione l’ha registrata il convegno sulla peronospora della vite, contro la quale si usano modelli previsionali matematici, tenendo conto che la rottura delle gemme negli ultimi 30 anni è arrivata già a metà marzo. Le modifiche del clima, però, non sono seguite dalla medesima diffusione della malattia. Di produzione di latte a basso impatto ambientale si è parlato nell’incontro sulla vacca da 200 quintali di latte, circa il doppio del normale, come ha spiegato il professor Giuseppe Pulina, docente ordinario di zootecnia all’Università di Sassari: “Esistono anche allevamenti che arrivano a 15 mila litri; in questi ultimi anni abbiamo avuto importanti aumenti produttivi nella Frisona italiana e la qualità è inalterata, tanto che le due grandi Dop dei formaggi italiani sono prodotte con questo latte. L’impatto ambientale di questo tipo di animale è inferiore del 75% rispetto alle emissioni di gas alteranti registrate nel 1990. Gli allevatori italiani sono molto bravi, dato che queste vacche sono già presenti, ma hanno bisogno anche loro di studiare”.
A poche ore dalla Brexit, il ministro per i rapporti con il Parlamento e le Riforme, Federico d’Incà, lascia una porta aperta: “E’ una scelta della Gran Bretagna che personalmente non condivido, ma mi auguro che sia un arrivederci, un confronto da riaprire in futuro con le prossime generazioni, perché i problemi si affrontano in sede europea”. Sui temi in discussione a Fieragricola aggiunge: “I giovani che si avvicinano all’agricoltura vanno aiutati, perché al centro del Green Deal europeo da 50 miliardi c’è proprio la bioeconomia circolare”.
(ITALPRESS).

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