Mons. Sanchez “Quaresima come un programma di allenamento”

Un itinerario quaresimale settimanale affidato ad una meditazione di un sacerdote maratoneta. E’ quanto propone Athletica Vaticana da questa e per le prossime settimane: in questa prima settimana c’è anche la coincidenza con la preparazione della Maratona di Roma. “Nell’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale – testo programmatico del Pontificato – Papa Francesco ricorda un principio fondamentale da applicare sia nei rapporti sociali sia anche nella vita personale: “Il tempo è superiore allo spazio”. Con questo principio, Francesco indica l’importanza dei processi” (processi nel senso di nuovi percorsi) rispetto al controllo effettivo dello spazio, delle cose o, peggio, delle persone. Un processo è qualcosa che richiede tempo, e che giunge a compimento solo gradualmente attraverso una crescita ordinata. Dare la dovuta importanza ai processi ci libera dall’ansia dei risultati immediati, ci insegna a progettare con visione di futuro e ad attendere, pazientemente, i frutti” scrive Mons. Melchor Sanchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha tracciato il primo itinerario quaresimale. “Anche la Quaresima, a ben guardare, è un processo: i testi della liturgia la descrivono come un cammino di preparazione verso la Pasqua, un itinerario di purificazione interiore, finalizzato alla celebrazione della Pasqua. Considerare la Quaresima come processo – di cambiamento, di conversione a Dio – significa che se anche, sin dall’inizio, mettiamo tutto l’impegno, gli obiettivi si raggiungeranno solo gradualmente, passo dopo passo. La conversione non è opera di un istante, ma il risultato di un processo che tende verso l’abbraccio con Cristo, morto e risorto per noi” scrive Mons. Sanchez, presidente di Athletica Vaticana.

“Sotto questa prospettiva, la Quaresima come processo non è molto diversa da un programma di allenamento in vista di una grande prova. Un piano di allenamento, se è ben fatto, richiede tutto l’impegno sin dall’inizio, ma prevede un aumento progressivo e graduale del carico e dello sforzo. Molti di noi lo hanno già sperimentato più volte: una maratona non s’improvvisa, ci si arriva solo faticosamente; all’inizio del programma non sei pronto a correre i 42km195, ma se cominci a saltare allenamenti, solo perché sono facili, stai compromettendo il risultato finale. Una maratona si costruisce passo dopo passo.
Un programma di allenamento può diventare così anche metafora della Quaresima, non diversamente da come san Paolo parlava della corsa nelle sue lettere per spiegare lo sforzo del cristiano. Il passo più famoso è tratto dalla prima Lettera ai Corinzi (9, 24): “Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!”. Ma anche alla fine della sua vita, quando sta per essere condannato e giustiziato, san Paolo parla ancora della sua vita come una corsa lunga, di cui si vede già il traguardo. Nella seconda Lettera a Timòteo (4, 7) scrive: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato corsa, ho conservato la fede”” si legge ancora nella riflessione.

“Ora noi ci troviamo in una felice e fortunata condizione: per noi l’allenamento è più di una semplice metafora della vita cristiana. Spesso e volentieri il nostro allenamento si sovrappone all’impegno quaresimale, soprattutto per chi – proprio in questo periodo – si sta preparando per la Maratona di Roma: l’alzarsi presto per correre, lasciare il tepore del letto o della poltrona per andare a fare le ripetute, la privazione del cibo, i lunghi tempi di corsa in solitudine… tutto ciò disciplina il corpo, ma anche la mente; imbriglia le passioni e le riduce al dominio dello spirito. Si lavora sulle gambe e sulla capacità di resistenza, ma anche l’anima ne trae un vantaggio. Per noi, la corsa può essere anche un momento di preghiera, di glorificazione di Dio, e l’allenamento un’opera penitenziale. Ecco l’invito: fare della nostra attività sportiva un momento di preghiera, di digiuno, di mortificazione. Ma non solo: sarà un’occasione di glorificazione a Dio se sapremo applicare alla nostra attività quello che con belle parole dice uno dei prefazi (la prima parte della preghiera eucaristica della Messa) della Quaresima: “Tu, o Dio, vuoi che ti glorifichiamo con le opere della penitenza quaresimale, perché la vittoria sul nostro egoismo ci renda disponibili alle necessità dei poveri”. Possa il nostro correre in questo tempo di Quaresima diventare vittoria sull’egoismo, sulla mollezza, sulla sensualità, per renderci disponibili agli altri e arrivare con il cuore purificato all’incontro con Cristo sul Monte Calvario. Di corsa, come gli apostoli Pietro e Giovanni – simul currebant – la mattina di Pasqua, con il Cristo Risorto”.
(ITALPRESS).

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