VICINI ALLA NORMALITA’, MA OCCHIO AI PESCECANI

Nessun trionfalismo. Diciamocelo sottovoce: sì, si giocherà. Dieci formule per spiegare, da parte del ministro, dei suoi fedeli, anche dei suoi nemici. La verità? Mi hanno insegnato: risposte semplici e chiare. Hanno vinto i tedeschi, ha vinto Haaland, il calcio della Bundesliga ha fatto solo vittime sul campo, i portieri che han preso gol; niente tamponi, niente contagio. La Federcalcio ha confermato. Aggiungendo un dettaglio che pare preso dalle mie prime note a favore della liberazione pallonara:”Le competizioni potranno andare avanti fino al 31 agosto”. Ricordate? Dicevo che il campionato ’20/’21 poteva cominciare a settembre. I vecchi maestri ci insegnavano che non è elegante vantare successi. Io non me ne vanto, me ne rallegro.
Poi parla Ceferin, il presidente dell’Uefa, soddisfatto lui pure, nonostante “la visione apocalittica per cui dovremmo aspettarci una seconda, una terza, una quinta ondata. No, quando ci sbarazzeremo di questo virus le cose torneranno alla normalità”. Sono d’accordo. A metà. La normalità ce la siamo persa. Come la verginità. E non dico dei cambiamenti banali che già sento annunciare: “Finalmente al bar, ho ordinato il mio primo caffè post lockdown, un euro e trenta! E’ uno scandalo!”. Calma. Vedrete quando costeranno più care anche la frutta, la verdura, la pasta, la carne, la pagnotta. E sarà nulla in confronto a altri prezzi. Anche morali.
Nel Quarantacinque ricordo che in casa parlavano di pescecani. E io dicevo sbalordito: “Pescecani a Rimini?”. Mi spiegarono, e ritrovo quelle parole in un vecchio libro: “Della Milano tanto vituperata non è rimasto nulla: le giovani miserevoli si prostituiscono senza pudore; gli antichi mestieri hanno lasciato il posto ai pescecani”. Che sono apparsi dopo la Grande Guerra, riapparsi dopo l’ultima: gli affamatori che s’arricchiscono sulla pelle dei bisognosi vendendo a prezzi altissimi i beni di prima necessità che hanno nascostamente accumulato, come dire una bottiglia d’alcol a cinque euro, un’amuchina a quindici… Poi c’è la variante cravattari, sapete chi sono. Ho sorriso quando ho sentito il grande Maurizio Marinella dire felice: “Finalmente ho riaperto e alle sette ho venduto la prima cravatta…”; non vedo l’ora di fargli visita per poi darmi un tono dopo questi mesi trascorsi truccato da Robinson Crusoe. Ma i “cravattari” della ‘Ndrangheta e della Mafia – strozzini, usurai, fate voi – sono all’opera già da tempo, incontrastati, peggio del virus. E sarà la lotta più dura cercare di sconfiggerli. Alla fine dei Quaranta ci riuscimmo. Con la solidarietà.
Attenti, torna il Demagogo. Ceferin ha parlato anche dei calciatori, pover’anime, e dei loro guadagni: “Non penso che siano avidi. Il mercato fa i prezzi e se ti offrono 20 milioni a stagione non penso che risponderesti: ‘No no no, non voglio essere avido. Dammi solo 200milà. Per cui no, non sono avidi: è il mercato che decide”. Il Demagogo mi ha passato una notizia: Si chiama Avi Schiffmann, è americano, ha diciassette anni, ha creato un colosso web sul Coronavirus. Ha realizzato un portale sul Covid-19 da 30milioni di visitatori al giorno per un totale di 700 milioni di visualizzazioni: consente di tenere traccia dei numeri legati ai casi di coronavirus nel mondo. Gli hanno fatto un’offerta d’acquisto favolosa, otto milioni di dollari. L’ha rifiutata. Ha detto, serenissimo:”Sono giovane, solo 17 anni, non mi servono tutti quei soldi, non voglio approfittare dell’emergenza sanitaria”. E il Demagogo sorrise.