VOGLIO PORTARE SOCCORSO AL PRESIDENTE DEL LIONE AULAS

Se c’è un posto dove vorrei andare in questo momento, uscendo dalla gabbia dorata ch’è pur sempre una gabbia, è Parigi. No, non m’interessa la Tour Eiffel, neppure il Louvre, anche se la fantasia mi spingerebbe a chiedere a Mona Lisa come se la passa senza ammiratori, mai successo da quando è nata. Con il parziale lockdown so che sarebbe bello, e rilassante, cominciare a visitare gli altri quarantanove musei della città più artistica del mondo, e mi farei subito il Rodin per riscoprire le forme dell’amore mortificato dal Coronavirus. O sentendomi ventenne – l’anima concede voli pindarici – potrei andare al Cimitero di Père Lachaise a trovare Jim Morrison, stare un pò con lui (manco da anni) e chiedergli di cantarmi “Light My Fire”. Ma non è questo il mio obiettivo. Ormai sto tornando a vivere con il calcio in testa e devo soddisfare due necessità. Voglio innanzitutto portare soccorso al presidente del Lione, Jean-Michel Aulas, che ha scritto a Macron e al suo Spadafora pregandoli di riconsiderare la decisione di chiudere la stagione calcistica. Secondo Aulas, la scelta adottata il 28 aprile scorso per la Ligue 1 e Ligue 2 a causa della pandemia porterà il calcio francese ad affrontare una “crisi economica e sociale senza precedenti”. Non ho capito se la frettolosa condanna sia stata emanata per paura o perchè Macron vuol sempre essere il primo della classe. La Bundesliga già corre serena a caccia di gol, la Spagna ricomincia fra due settimane, Russia, Portogallo e noi siamo ai nastri di partenza, perchè non coinvolgere anche i francesi – loro che hanno inventato tutto e tutto sperimentato – nel primo Gran Ballo dell’Estate?
Confesso che mi ero fatto un’idea sbagliata dei nostri cugini: si sono preoccupati di mettere subito al sicuro il loro Tour mettendo all’angolo il Giro e non hanno fatto granchè per bloccare l’iniqua sanzione governativa contro il calcio: popolo traditore? Poi ho letto una notizia: a Strasburgo, dove in gioventù sono stato inviato al seguito del Bologna di Gipo Viani, zona di passione futbalista, una partitella fra amici di quartiere si è trasformata in un evento con oltre cinquecento spettatori e decine di tifosi ultras che hanno festeggiato ogni gol con un’invasione di campo. E’ stata aperta un’inchiesta per individuare i rivoluzionari responsabili, immagino inutilmente, come in Italia. Mi manca di sapere se cantavano la Marsigliese. E vorrei arruolarmi in questa speciale Legione Straniera forte dell’esperienza italiana: era ancora febbraio quando dissi che si doveva chiudere e riaprire a giugno, a luglio, appena possibile. Fatto. Le armi? La passione, la lungimiranza, l’esperienza, un forte senso di ribellione contro la stupidità.
A Parigi vorrei poi risolvere un problema che mi sta molto a cuore. Che fine faranno Maurito Icardi e Wanda Nara? E’ vero che stanno per vincere la battaglia di Parigi restando per sempre alla corte del califfo qatarino che possiede il Paris St. Germain? Vi sembrerà una vicenda di puro gossip e invece per me è importante risolvere il problema prima della ripresa del nostro campionato. Per l’Inter che non ha tanta voglia di buttare altri milioni visto che ha già speso più di tutti, Icardi è solo un tesoro, visto che l’allenatore non lo considera utile. Manca solo sapere se la Juventus è d’accordo. E poi, in quale televisione la Wandissima porterà le sue belle forme? I tifosi francesi – non gli snob con la puzzetta al naso – l’hanno già adottata trattandola da Gioconda (con la G maiuscola) e lei è pronta a innovare le sue esperienze televisive dopo l’Argentina e l’Italia. Con un tocco di giallo: ha scelto di vivere il lockdown con i figli nella villa sul lago di Como, comodità o inguaribile passione italiana? Così, anche scherzando, finalmente, si avvicina il 13 giugno, con l’Inter prima probabile protagonista della ripartenza.
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