Tortu “Niente Europei e Giochi, ora conta solo il tempo”

“Il calcio e la pista. Il profumo della pista. E gli amici, sono molto importanti per me. E poi Roma, la città che adoro e dove vive mia nonna. Sono sei mesi che non ci torno”. Sono queste le cose che più sono mancate a Filippo Tortu durante il lockdown. Il velocista milanese, in un’intervista al Corriere dello Sport e a Tuttosport, parla degli allenamenti nella tenuta di un nobile (“Correvo ogni mattina nel bosco tra gli scoiattoli”), di calcio (“La mia passione per la Juve durerà tutta la vita, ma il migliore talento italiano è Lorenzo Pellegrini”), di Università (“Ho dato l’esame di matematica, ho preso 27 e ne vado fiero”), ma anche e soprattutto di progetti e obiettivi, partendo dal momento più brutto, sportivamente parlando, di questo periodo. “Quando hanno cancellato gli Europei di Parigi di fine agosto. Mi è dispiaciuto forse più del rinvio al 2021 dell’Olimpiade di Tokyo. La rassegna europea è svanita per sempre e avevo impostato la stagione, sì per i Giochi, ma soprattutto per vincere una medaglia sui 100 nello stadio di Charlety e riscattare il quinto posto a Berlino 2018”. Avrà un anno in più per preparare Tokyo. “Questo mi consentirà di crescere ancora, ma nello sport non sai mai come andrà a finire. Quasi quasi avrei preferito le Olimpiadi il prossimo agosto”.
Programmi stravolti: “Fino a tre mesi fa avevo due obiettivi: Tokyo e Parigi. Ora è difficile trovare nuovi stimoli mantenendo la stessa intensità e determinazione, un po’ come navigare senza una meta. Per questo ho rivisto i miei traguardi. Senza Giochi né campionati mi sono imposto un obiettivo cronometrico sui 100, anche perché il 9”99 è ormai vecchio di due anni. Voglio correre in 9”92, il tempo fatto dal mio idolo, il francese Christophe Lemaitre, il primo bianco a scendere sotto il muro dei 10″. Non vuol dire che lo debba fare necessariamente questa estate, ma mi sono tarato per arrivarci quanto prima. L’unica cosa che conta adesso è il tempo”. Si ripartirà da Rieti il 4 luglio dove l’anno scorso, spinto dal vento, fece 9″97. “Non so cosa aspettarmi perché a differenza del 2019, quando corsi dopo la frazione nella 4×100 ai Mondiali di staffetta, stavolta è la prima uscita vera. Ma sono felice che avvenga a Rieti. L’importante è verificare i progressi fatti, come la tecnica sul lanciato. Dopo Rieti sono tre gli appuntamenti cui non vorrei mancare: la Diamond League a Montecarlo del 14 agosto, gli Assoluti di Padova e il Golden Gala di Roma del 17 settembre. Si farà allo Stadio dei Marmi e per me è sempre stato un sogno correre lì. E’ lo stadio più bello al mondo. Quando gareggiavo al Golden Gala e mi scaldavo sulla pista dei Marmi, prima di andare dentro l’Olimpico attraverso il sottopasso, desideravo sempre fare il contrario”.
Anche l’atletica dovrà continuare a fare i conti con il Covid-19 e gli atleti dovranno osservare misure di distanziamento in pista. “Il fatto che si correrà in corsie alternate non favorisce di certo il risultato cronometrico. Ma almeno non saremo obbligati a correre con i guanti. Diciamo che sono rispettoso delle direttive dei tecnici. Non mi lamento: mi sento già fortunato di poter tornare a gareggiare”. Tortu parla anche delle proteste antirazziali scoppiate nel mondo dopo la morte di George Floyd a Minneapolis. “Sono accanto a chi protesta civilmente. Sono per un mondo senza barriere e pregiudizi, dove tutti possano partire sulla stessa linea. Livio Berruti dice che lo sport arriva sempre prima della politica, riferendosi a quando lui passeggiava mano nella mano con Wilma Rudolph ai Giochi di Roma ‘60. Mi sono piaciute le prese di posizione contro il razzismo fatte sui social dai giocatori inglesi della Bundesliga. Le statue abbattute negli Usa e in Europa? Non si può cancellare la storia. Che senso ha buttar giù la statua di Cristoforo Colombo?”.
(ITALPRESS).