Malagò “Su riforma sport siamo fuori tempo massimo”

“Sono passati quasi due anni dall’approvazione della legge ed è incredibile che siamo ancora in questa situazione. È un dato di fatto inequivocabile che sono successe tante cose e alcune hanno ritardato la stesura dei decreti: il cambio di Governo rispetto al mandato della legge delega e anche la vicenda del Covid-19, ma stiamo andando, o forse siamo già andati in fuorigioco. Per la riforma dello sport siamo fuori tempo massimo”. Lo ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine della Giunta odierna. “Alcune funzioni che determinano l’indipendenza del Coni non sono nella disponibilità del Comitato: l’ufficio legale, l’ufficio marketing, l’ufficio statistica, la rappresentanza legale, l’ufficio amministrativo. Questa temporanea inadempienza oggi è assolutamente andata in fuorigioco – ha aggiunto Malagò -. Oggi la Giunta compatta ha chiesto al sottoscritto di evidenziare che siamo non solo stanchi, ma vogliamo vengano riconosciuti nostri sacrosanti diritti, senza sentire interpretazioni a dir poco fantasiose dei fatti”.
Se non sarà approvata la riforma dello sport “le conseguenze a livello internazionale sono sicure e immediate. Non c’è alcuna possibilità che il Comitato olimpico internazionale non intervenga. Stiamo scherzando col fuoco: siamo arrivati al limite, anzi il Cio ci ha anche aspettato troppo – ha aggiunto Malagò -. Peraltro l’Italia non sarebbe la prima e neppure l’ultima: molti paesi, malgrado le ammonizioni del Cio, non hanno voluto applicare i dettami della Carta Olimpica e sono stati sanzionati. Per noi sarebbe un motivo di dolore, una grande sconfitta. Quali sanzioni rischiamo? Dovete chiedere ai vertici del Cio, ma la Carta è chiara. Il mio auspicio è che tutto possa risolversi con un testo soddisfacente per tutte le parti”. Malagò ha poi precisato che il Dipartimento voluto e creato dal ministro Spadafora “non è assolutamente un problema per il Cio, anzi è quello che avviene in moltissimi Paesi. L’anomalia è dettata dalla Sport e Salute: una situazione del genere non esiste in nessuna parte del mondo”.
Tornando sulla riforma, Malagò ha aggiunto: “Siamo finiti in mezzo a una diatriba tutta politica, tutta istituzionale. Oggi sulla riforma dello sport il problema è che c’è un pezzo della politica che va contro un altro pezzo della politica: il Coni in questo contesto sta in mezzo, è solo un pretesto per la discussione, ma noi non vogliamo e non possiamo stare in mezzo. Il governo precedente già nel 2019 aveva promesso che entro pochi mesi, al massimo entro dicembre dello scorso anno, le questioni si sarebbero risolte – ha osservato il numero uno del Coni – Questo governo si è impegnato privatamente e pubblicamente per sistemare una situazione non più sostenibile entro il mese di agosto. Finora siamo stati rispettosi di questi impegni, religiosamente e istituzionalmente corretti, ma ora dobbiamo denunciare che le cose non sono sostenibili. Non è una pressione, ma una precisa disposizione che il Cio ha manifestato già dall’incontro tra il presidente Bach e il presidente Conte il 24 giugno 2019”. Sulla disciplina dei mandati, Malagò ribadisce: “L’ho detto a più riprese: o tutti o nessuno. Non si può incidere su questa materia così a ridosso delle elezioni federali. Almeno un altro mandato ora non puoi non farlo fare. Non so a chi può essere venuto in mente che da parte del Coni ci fossero interpretazioni diverse”. Malagò sottolinea e specifica inoltre che “su moltissimi punti della riforma il Coni non è affatto d’accordo. Ci sono diversi temi che riteniamo non solo sbagliati e ingiusti, ma anche inaccettabili. Al Coni non è stato regalato niente, anzi ci aspettiamo che alcune cose vengano chiarite. Se il Coni ha chiesto delle modifiche? E qual è il problema? Non riesco a capire. Se non lo fa il Coni, una delle parti in causa espressamente previste dalla legge delega, chi lo dovrebbe fare? Oltre naturalmente alle parti politiche e agli organismi sportivi coinvolti. Se non lo avessi fatto, peraltro, avrei tradito la delega ricevuta all’unanimità dai rappresentanti del Consiglio nazionale per seguire la stesura del testo. Devo peraltro dire che la disponibilità e la collaborazione mostrata dagli uffici tecnici del ministero è stata sempre encomiabile. Lo dico a livello personale, umano, e anche a nome dell’istituto che ho l’onore di presiedere”.
(ITALPRESS).