Moratti rivive “Le emozioni di 10 anni fa, avanti con Conte”

L’Europa League è un grande trofeo anche se non è la Champions, questa Inter è forte, solida, anche bella e lavora per crescere, vincere e avvicinarsi a quella del Triplete di 10 anni fa. Massimo Moratti non è più il presidente dell’Internazionale, ma ne è rimasto il primo tifoso e, a due giorni dalla finale contro il Siviglia che assegna quella che una volta era la Coppa Uefa (la sua Inter la vinse, ndr), in un’intervista rilasciata a Repubblica” e “Tuttosport”, racconta emozioni che lo riportano indietro nel tempo con l’entusiasmo e la fede nerazzurra di sempre: “Se l’Inter gioca come nella ripresa dell’altra sera con il Siviglia sarà una gara bellissima. C’è una attesa che mi ricorda molto la sfida con il Bayern: anche allora c’erano molti più timori per l’esito della semifinale. Vincere in questo modo dà una carica pazzesca, sono partite che ti fanno fare un grande salto di mentalità”, dice riferendosi al 5-0 rifilato allo Shakhtar in semifinale. “Inutile negare che c’era fiducia, eravamo tutti convinti che si potesse fare. Anche se contro lo Shakthar era una partita sulla carta meno facile di quanto dica il risultato. Non mi aspettavo da parte loro un gioco così lento. Però, merito a Conte che l’ha ben preparata e non li ha fatti giocare”.
Secondo Moratti “il lockdown ha cambiato tutto. In campionato sono ripartiti tutti alla pari ed è andata come è andata. Ma le coppe assomigliano di più a un torneo estivo in cui ognuno è arrivato a suo modo. Ho visto Barcellona e City, inspiegabile quello che è accaduto. Pareva quasi non ce la mettessero tutta. L’Inter, in effetti, è sembrato non facesse fatica e sta giocando molto bene”, trascinata dalla coppia Lukaku-Lautaro, con il belga sempre più leader e capace di spazzare via le perplessità iniziali. “E’ vero, all’inizio non aveva molto convinto. Ma ha dimostrato di essere un calciatore intelligente che sa giocare per la squadra. E’ migliorato tantissimo anche tecnicamente. Con i mesi è emersa tutta la sua utilità. E c’è Lautaro che fa cose straordinarie, ha un potenziale enorme. Il movimento che fa sul primo gol è da grande giocatore”. Moratti ha lavorato con tecnici di grande personalità come Mourinho, ma uno sfogo come quello di Conte dopo l’Atalanta non l’ha mai dovuto affrontare, anche se probabilmente proprio lì è arrivata la svolta. “Non saprei proprio dire quanto sia stato importante. Siccome dopo ha sempre vinto, va tutto bene. E allora ci sta a pensare che sia stato anche merito delle sue polemiche contro la società”.
Nessun divorzio, quindi, a fine stagione, la conferma di Conte, secondo Moratti non può essere in dubbio. “Come tecnico non si può discutere, è proprio bravo, come si fa a sostenere il contrario? E’ antipatico? Conte ha un suo carattere, ma i tecnici non sono mai troppo simpatici. Per esperienza so che quello che conta per l’allenatore è il rapporto con il presidente. Di lui e Mourinho colpisce la grande attenzione che ci mettono entrambi e il fatto che pensino sempre e solo al calcio. Condizioni che li rendono professionisti completi. Entrambi sono ossessionati dalla vittoria e il loro atteggiamento fa da traino a tutta la società. Conte, al di là dei suoi modi, è un professionista di una tale serietà, un tale esempio di applicazione nel suo lavoro che forse puoi anche fare a meno di mantenere rancore su una cosa di questo genere”. Secondo Moratti “l’Inter ha compiuto quel salto di mentalità fondamentale per tornare ai vertici europei. Serve qualche giocatore. Maggiore classe a centrocampo, maggiore sicurezza nei propri mezzi. Ma una finale darà grandissima fiducia a tutti quanti. Il percorso fatto in queste finali è utile soprattutto a questo, a prescindere che la Coppa si vinca o meno. Ora c’è la consapevolezza di avere le doti e le qualità necessarie per poter competere in campionato. Questa è la cosa più importante di questo agosto dedicato al calcio”.
E in queste condizioni e visto il momento particolare che si sta vivendo a Barcellona, sognare il più grande si può. “Senza dubbio credo ci siano più possibilità adesso che mai di poter prendere Messi. È altrettanto indubbio che si tratti di un giocatore straordinario, però non si può dimenticare che prenderlo sarebbe un sacrificio grandissimo da parte della società. Prima di intavolare una trattativa simile occorre valutare se è il caso di affrontare un percorso economicamente molto impegnativo, quindi non bisogna essere superficiali nel dire ‘allora prendiamo Messi’, devono esserci le condizioni per affrontare questo meraviglioso sogno”. Magari ne avrà parlato anche con Steven Zhang…”Dopo lo Shakhtar ci siamo sentiti con dei messaggi. È stato carino a farsi sentire e gli ho fatto i complimenti più sinceri. Vincere non è mica facile perché sono in tanti a partecipare, ma lui ha fatto tutti gli sforzi necessari per poterci arrivare e sono molto felice per lui”.
(ITALPRESS).