Piemonte aspetta test rapidi per scuole, ma no a chiusure

C’è un piano ma la velocità di diffusione della seconda, prevista, ondata del coronavirus sta complicando la gestione dei positivi anche nelle scuole piemontesi. Nessuna chiusura però è prevista, come capitato in Campania. “Oggi l’8% dei tamponi è positivo, si è in piena epidemia, seppur in fascia moderata” sottolineano dalla regione. A fare il punto ci ha provato Antonio Rinaudo, ex magistrato e commissario coordinatore dell’Area Scuola dell’Unità, anticipando i contenuti di una circolare di indirizzo che sarà inviata alle Asl, in attesa dell’ordinanza regionale attesa a breve che recepirà l’ultimo Dpcm del governo, che da domani prevede lo stop alla vendita degli alcolici dopo le 21, la riapertura l’unità di crisi in corso Marche a Torino e la registrazione dei clienti anche nei ristoranti. Tornando alla scuola, secondo le nuove norme, nel caso ci sia un positivo in una classe, tutti i compagni saranno posti in isolamento per 14 giorni.
Affidandosi alle ultime evidenze scientifiche, se non insorgeranno sintomi, non sarà per loro necessario fare il tampone, poichè oltre il 97% dei positivi esaurisce la propria carica infettiva entro 10 giorni. Questo in attesa dei test rapidi, che ancora non ci sono e che sono attesi la prossima settimana, garantisce Rinaudo, che invece velocizzeranno l’iter portando a un controllo al decimo giorno dell’intera classe, e in caso di positività si procederà al tampone, che dà esiti certi.
Solo ieri in Piemonte si sono registrati 83 studenti positivi, dal 20 settembre il totale è di 650, su 8.152 fatti nelle scuole. “Pur essendo uno dei luoghi più sicuri, la fascia d’età 0-24 anni oggi genera il 27% dei positivi, contro il 18% degli over 65 anni” ha spiegato Rinaudo. La lotta più improba è quella contact tracing, ovvero l’analisi di tutti coloro con cui gli studenti risultati positivi sono entrati in contatto, visto che oggi il 90% dei malati di Covid-19 è asintomatico, per questo la regione però può contare su mille persone assunte in questi mesi, che provvedono anche al controllo di chi si trova in quarantena.
Il nuovo dpcm, comunque al 21esimo giorno senza più sintomi, stabilisce che anche i positivi possano tornare a scuola e al lavoro, poichè la carica virale è a quel punto nulla. Bartolomeo Griglio, responsabile del Settore prevenzione dell’Assessorato alla Sanità, per il futuro però non fa previsioni: “Siamo pronti a misure di contenimento che potranno cambiare da un giorno all’altro, l’obiettivo è ridurre il movimento delle persone”. Il rischio overbooking di positivi è infatti dietro l’angolo, con conseguenze su terapie intensive e ricoveri. Ecco perchè, i presidi delle scuole non potranno mettere in quarantena una classe, ma toccherà agli enti sanitari competenti.
(ITALPRESS).