Tas dimezza squalifica ma Russia fuori da prossime due Olimpiadi

LOSANNA (SVIZZERA) (ITALPRESS) – Squalifica dimezzata ma Russia esclusa dalle prossime due Olimpiadi, quella di Tokyo slittata all’estate 2021, e i Giochi Invernali in programma a Pechino nel febbraio 2022. A poco più di un mese dalla conclusione dell’udienza, arriva il dispositivo del Tribunale arbitrale sportivo di Losanna che riduce da quattro a due anni la sanzione inflitta nel dicembre 2019 dalla Wada alla Russia. Uno “sconto” che, chiarisce il Tas, non mette in discussione le violazioni addebitate ma semplicemente tiene in considerazione “la necessità di un cambiamento culturale e di incoraggiare la prossima generazione di atleti russi a parteciparare a uno sport pulito”. La sostanza di quanto stabilito un anno fa dunque resta: oltre all’esclusione dei Giochi, fino al 16 dicembre 2022 la Russia non potrà prendere parte nemmeno ai Mondiali (a questo punto va intesa anche la presenza a Qatar 2022 per la Coppa del Mondo di calcio) nè potrà aspirare a organizzare eventi a cinque cerchi o iridati. La squalifica, inoltre, sarà parzialmente estesa anche ai dirigenti sportivi e ai membri del governo, ai quali – in assenza di determinate condizioni – sarà dunque vietato di presenziare ai principali eventi sportivi. Dall’altro lato, però, la sentenza del Tas continuerà a garantire agli atleti russi la possibilità di partecipare a Giochi e Mondiali anche se solo come neutrali qualora provino di non essere coinvolti nel doping di Stato e di non aver beneficiato di alcuna azione fraudolenta. Un pò come successo già all’Olimpiade invernale di Pyeongchang 2018 quando in 168 accettarono di gareggiare ma senza i tradizionali colori.
Il ritorno alla normalità resta dunque lontano per la Russia, i cui guai sono iniziati nel 2015 col primo rapporto McLaren che portò alla sospensione della Rusada e all’esclusione – ad oggi ancora in vigore – della Federazione russa di atletica da parte dell’allora Iaaf. Poi, nell’estate 2016, le nuove pesanti accuse relative a un doping di Stato portato avanti dal 2011 al 2015, attraversando anche i Giochi di Londra e soprattutto Sochi 2014, che costrinsero il Cio ad agire. Nel 2018, con quelle condizioni imposte per il reintegro della Rusada, sembravano fossero state gettate le basi per una soluzione positiva ma a Mosca sono venuti meno alle promesse fatte. A far crollare tutto, in particolare, l’alterazione dei dati del laboratorio di Mosca consegnati nel gennaio 2019, fra i paletti fissati per revocare la sospensione della Rusada. Dati che, a detta della Wada, erano stati “intenzionalmente alterati”, non essendo “nè completi nè autentici”, e in alcuni casi fabbricati ad hoc “per intralciare il lavoro degli investigatori Wada”. Ecco perchè la stangata dei quattro anni, oggi ‘ammorbidità nella tempistica ma non nella sostanza.
(ITALPRESS).