De Sanctis “2020 devastante per le bocce, riforma sport carente”

ROMA (ITALPRESS) – “Questa pandemia, per noi, è stata una devastazione. A parte i tantissimi decessi, oltre 300, e i contagiati, abbiamo avuto storie particolarissime, campioni del mondo che stavano tra la vita e la morte: qualcuno abbiamo avuto la fortuna di recuperarli, altri purtroppo no”. Il presidente della Federazione Italiana Bocce, Marco Giunio De Sanctis, manda in archivio un 2020 che, a causa della pandemia di Covid-19, ha colpito pesantemente il suo movimento. “Il 2020 è stato completamente penalizzante – sottolinea il numero uno della Fib in un forum nella sede romana di Italpress – ma nonostante tutto le bocce, un’attività a basso rischio, hanno continuato la programmazione e terminato tutti i suoi campionati meno quelli promozionali di raffa, perchè erano tanti i partecipanti e sarebbe stato un altissimo rischio finirli. Per il resto andiamo avanti così, step by step”. Cosa dobbiamo attenderci nel 2021 dalle bocce azzurre e quali sono gli appuntamenti da segnare sul calendario con il circoletto rosso è presto detto: “Se tutto dovesse andare per il verso giusto – spiega ancora De Sanctis – i due Mondiali che avremmo dovuto organizzare in Italia, quello di volo femminile ad Alassio e quello di raffa maschile a Roma, sono stati riprogrammati tra settembre e ottobre del 2021. Poi abbiamo le attività di squadra: pensiamo di avviare la Serie A a fine gennaio e la Serie A2 tra fine gennaio e i primi di febbraio e l’attività promozionale, sempre a squadre, ad aprile. Infine, le gare: speriamo di disputarne qualcuna, eravamo abituati a farne oltre diecimila ufficiali, farne già mille o qualcosa al di sotto sarebbe non dico sufficiente, ma positivo. Sono molto preoccupato, l’attività internazionale al momento è ferma”. A proposito di attività internazionale, nel 2021 ci saranno le Olimpiadi di Tokyo. Il Cio, almeno fino ad ora, non ne vuol sapere di far entrare le bocce nel programma a cinque cerchi: “Non c’è unità a livello internazionale nel mondo boccistico, ho trovato una situazione che lascia di stucco: ogni organizzazione è autonoma, la raffa agisce diversamente dal volo, il volo dalla petanque e molto spesso sono in lotta tra loro. C’è un organismo mondiale che è solo un contenitore, non raccoglie tutte le istanze unitarie delle tre specialità. Non c’è compattezza a livello internazionale. Poi, paghiamo lo scotto di un’immagine distorta, e cioè le bocce come il gioco degli anziani, dell’osteria e del dopolavoro. C’è tutto questo, ma c’è un livello agonistico che fa invidia ai grandi sport: c’è qualcosa che non quadra a livello politico, e soprattutto la colpa di non avere le bocce ai Giochi è un pò nostra a livello internazionale”. Come ha avuto modo di sostenere anche con lettere aperte al ministro dello sport Spadafora e al presidente del Coni Malagò, De Sanctis è da sempre contrario alla riforma dello sport. “E’ sbagliata, monca e carente. Ha lasciato tutti appesi, c’è un Coni depontenziato da una legge ma nello stesso potenziato dalla legge Melandri, quindi una contraddizione in termini incredibile, oltre che giuridica. Abbiamo tre-quattro enti che vigilano e non si capisce a chi spetta la vigilanza, quando il decreto Melandri prevede sia del Coni. Poi c’è Sport e Salute che eroga i finanziamenti, il dipartimento che detta i principi, il Coni ne detta alcuni, e inoltre c’è il Cip che è autonomo. La riforma così non va, il decreto sulla governance è completamente decaduto, quindi speriamo che questo problema si risolva al di là delle sanzioni del Cio e di tutte le conseguenze, perchè è veramente difficile per noi presidenti. Questo ha fatto sì che molto di noi si riunissero e scrivessero una lettera alle due massime istituzioni sportive, con la quale si è sottolineato come l’attività sia ferma al 90 per cento e che sono gli enti di promozione a fare quella di preminente interesse nazionale. Non va bene – conclude De Sanctis – era questo il momento giusto per dirimere questa annosa controversia e stabilire una volta per tutte perimetri e confini tra federazioni ed enti di promozioni”.
(ITALPRESS).