NON SI PARLA MAI DEI BAMBINI

I vecchi sono andati a morire, i bambini se li sono persi. Anche stavolta. Ho ascoltato il premier, per l’ennesima volta, e dei piccoli italiani niente. Mi ha detto – vivo in Sicilia – che avrò l’Alta Velocità. Volevo aprire una bottiglia di champagne, mi sono accontentato di zibibbo. In Sicilia non esiste alcuna velocità. In treno si viaggia come ai tempi dei Borboni. I progetti danno l’idea di una gara secolare, tipo Golden Rush: solo i bimbi d’oggi vedranno se avrà vinto la Freccia Rossa o il Ponte di Messina. Chissà, forse come fecero gli Stati Uniti chiameremo in soccorso mano d’opera esotica, viste le difficoltà che s’incontrano a trovare patrioti lavoratori. D’altra parte – senza ironia – in Italia appena uno fa il suo dovere lo fanno cavaliere. E invece dovrebbero dargli volgari soldi per migliorare il tenore di vita, non pergamene per l’orgoglio. Gran parte delle opere (grandi) promesse dal governo non le vedrò realizzate per banali questioni di tempo. Dubito che potranno vederle i miei figli quaranta/ cinquantenni, e dunque torno ai bambini. Completamente ignorati da un clan di apprendisti stregoni che hanno “liberato” tutti, i vagabondi, i gilet, le mezze calzette, i signori e i poveracci, non quei luoghi animati dai bambini che tuttavia non potrebbero andarci da soli, visti i nonni spariti e quelli fatalmente spaventati. Si parla della scuola tradita, io comincio dall’asilo, che vuol dire parlare delle madri che non sanno come riprendere il lavoro visto l’impegno famigliare che fino a tre mesi fa avevano risolto, ma parlo anche di un ritardo culturale, di conoscenza dei piccoli, costretti a mantenere con i coetanei una distanza incolmabile, ognuno a casa sua, mentre è risaputo che è la convivenza che aiuta i bambini a ottenere una crescita sociale. Questo vale anche per la scuola elementare, e qui mi fermo perchè medie e superiori…non mi riguardano. Sì, si sarà capito che parlo per interesse: da nonno ottuagenario sopravvissuto che da marzo gode della compagnia di una nipotina di quattro anni la quale a fine pandemia parlerà di cronaca nera, economia, politica e poco di giochi e favole, neanche di calcio, perchè mi sono accorto che il clima intorno, ancorchè truccato da benessere, non sollecita giochi o suggerisce favole. Le favole sono per grandi.
Naturalmente non è tutta colpa dei governanti, se gli asili e le scuolette sono chiusi e non importa a nessuno, neanche agli pseudocomunicatori, tanto meno agli editorialisti. L’informazione non è interessata. Ahi, non c’è più il Corriere dei Piccoli del Sor Pampurio, la Tordella e il Signor Bonaventura di Sto, ma neanche un giornalista che pensi ai bambini e alle scuole. Uno ha chiesto della scuola, è vero, e cosa gli è stato risposto? Domani è previsto un incontro con la ministra, ne parleremo. Già. E’ la solita ministra.